In un continuo intrecciarsi di artificio e natura, di affascinante immobilità del marmo e di vibrante corsa dell'acqua - elemento vitale per eccellenza - le fontane rappresentano il più antico arredo urbano cittadino, unendo all'esigenza decorativa quella funzionale dell'approvvigionamento idrico nelle sue varie tipologie: abbeveratoi per animali, lavatoi e mulini.
Le fontane monumentali hanno anche una valenza celebrativa e commemorativa di un momento storico, di un evento o di un potente che, facendosene committente, cerca anche benevolenza popolare nel corso delle complesse vicende della città.
E' per questo che, attraverso un percorso che ha come tappe le fontane storiche, è possibile ricostruire la vita artistica e civile di questa città a partire dal Cinquecento fino ai giorni nostri quando la fontana ha assunto un carattere di decorazione e arredo urbano. Nel corso del Seicento, attraverso una originale rielaborazione dello schema berniniano, le fontane si trasformano in vere e proprie sculture capaci di suscitare stupore e meraviglia negli spettatori.
Le fontane del Gigante o dell'Immacolatella, tra via Partenope e via Nazario Sauro, del Nettuno, in via Medina, e in particolare quella del Sebeto, alla fine di via Caracciolo, e di Monteoliveto, tra le numerose disseminate sul territorio partenopeo, sono emblematiche della fantasia spigliata degli artisti napoletani che compongono forme nuove e, in molti casi divertenti, in cui si ripete efficacemente, il mondo fantasioso della Napoli ispanizzata di quegli anni.
In un periodo ancestralmente magico, come quello che precede e segue i giorni del Natale, il valore lustrale e purificatore dell'acqua e della luce richiama alla mente i simboli di una religiosità intima e universale.
Pertanto, porre l'attenzione sulle fontane (purtroppo assai trascurate e continuamente violate) significa recuperare e riscoprire un tratto della nostra identità storica per dar forza alla nostra contemporaneità.
Per la fontana di Carlo II d'Asburgo a Largo Monteoliveto, si presenta un allestimento scenografico animato da interventi musicali; mentre con la ricostruzione effimera della fontana di Mezzocannone si è voluta ricordare ai napoletani un tassello perduto della storia artistica della città.
Secondo un criterio legato all'importanza storica, alla loro ubicazione e al loro stato di conservazione, sono state scelte altre fontane che sono oggetto di un intervento legato essenzialmente al ripristino, alla riattivazione idrica e al potenziamento dell'illuminazione, che ne mettano in evidenza la bellezza delle forme, lo splendore del marmo e il luccichio delle acque che si infrangono nelle vasche di raccoglimento. Pannelli didattici in italiano ed inglese, unitamente ad una mappa/brochure guidano lungo itinerari inconsueti, i napoletani a riscoprire tesori dimenticati e i turisti a vivere l'incantesimo e il fascino di questa città, che si rinnova quotidianamente oggi come ieri.
Il progetto, volto a restituire momenti e luoghi di una gloriosa storia per una rafforzata consapevolezza e dignità del nostro presente, coinvolge soprattutto i giovani: progettisti, artisti scenografi, grafici, fotografi, musicisti, provenienti dall'Accademia di Belle Arti e dal Conservatorio di San Pietro a Majella, e storici dell'arte, coordinati dall'esperienza dell'associazione Progetto Museo. Tutti entusiasti di poter pensare, fantasticare e progettare per la loro città nel comune obiettivo di rifiutare il costante invito/costrizione ad andare via e felici di diventare protagonisti di un sogno collettivo.
Aurora Spinosa
preleva la planimetria della città con il percorso e l'ubicazione delle fontane