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SINTESI INFORMATIVA

icona della zonizzazione di Napoli

La variante generale traduce in strumentazione urbanistica le proposte di variante per il centro storico, la zona orientale e la zona nord-occidentale sulle quali la Giunta comunale si è già espressa. Essa riprende in considerazione inoltre come chiesto dal Consiglio comunale, il territorio assoggettato alla disciplina della variante di salvaguardia, approvata con decreto del Presidente della Regione Campania n. 9297 del 29 giugno 1998, allo scopo di ricondurre la tutela del grande patrimonio di aree verdi nel quadro urbanistico unitario messo a punto in questa occasione.

Le finalità che la variante si propone, fissate in normativa all'articolo 1, consistono: nella tutela dell'integrità fisica e dell'identità culturale del territorio con il restauro del centro storico e la valorizzazione del sistema delle aree verdi; nella riconversione delle aree dismesse in nuovi insediamenti integrati e caratterizzati dalla formazione di grandi parchi urbani; nella riqualificazione delle periferie, dai nuclei storici all'espansione più recente; nell'adeguamento quantitativo e qualitativo della dotazione dei servizi nei quartieri; nella riforma del sistema di mobilità, riorganizzato intorno a una moderna rete su ferro. 

 

la variante in cifre


Popolazione e territorio
Territorio coperto: 10.364 ettari;

Popolazione interessata: 1.013.529 abitanti (1.067.365 con Bagnoli);

Popolazione, stima 2006: 927.000 abitanti
(976.000 con Bagnoli)

Ambiente
Parchi territoriali: 3.522 ettari
(3.687 ettari con Bagnoli);

Parchi di nuovo impianto: quattro per complessivi 420 ettari
(cinque per complessivi 540 ettari con Bagnoli);

Verde di quartiere: 1.891 ettari
(1.946 ettari con Bagnoli);

Verde per abitante: 53,4 mq/ab
(52,7 mq/ab. con Bagnoli) 
 
Attrezzature
Aree e fabbricati da destinare a nuove attrezzature: 1.432 ettari, di cui 201 unità per l'istruzione, attrezzature di interesse comune e parcheggi per complessivi 469 ettari e 242 unità per il verde e per lo sport per complessivi 963 ettari.
 
Centro storico
Estensione: 1.904 ettari

Tipologie individuate: 53

Unità di spazio classificate (edifici e spazi liberi): 16.124.

Zona orientale
Aree dedicate ai nuovi insediamenti per la produzione di beni e servizi: 420 ettari.

Modalità di intervento
Interventi diretti (attuativi con l'approvazione della variante): 87% del territorio

Interventi indiretti (subordinati a piani esecutivi): 13% del territorio

Nel centro storico: 97% di interventi diretti e 3% di interventi indiretti 

Nella zona orientale: 45% di interventi diretti e 55% di interventi indiretti  
 


 

Il dimensionamento del Piano

Napoli, come si legge nella relazione della variante, perde popolazione: bene che vada, tra sette anni avremo circa 100 mila cittadini in meno. La variante stima che nel 2006 la popolazione sarà di 976.000 abitanti. A questa quantità sono riferite le previsioni del piano, in particolare in materia di attrezzature pubbliche. Vanno via le famiglie più giovani del ceto medio, quasi certamente in cerca di una casa che il mercato asfittico cittadino non gli offre. Diretti verso l'hinterland, saltano la periferia che in tal modo si impoverisce socialmente. Per invertire questa tendenza bisognerebbe realizzare più di 200 mila nuove stanze una quantità che non ha proporzioni con l'offerta di soli 13 mila vani (da sommare ai circa 2 mila previsti dalla variante per la zona occidentale) che questo piano ritiene compatibile con le condizioni urbanistiche cittadine. Questo richiama l'urgenza della pianificazione metropolitana. Bisogna prendere atto infatti che il problema delle abitazioni a Napoli è irrisolvibile entro i confini comunali. Occorre una energica pianificazione d'area vasta, che sfrutti al massimo il trasporto su ferro per evitare che si incrementi la selvaggia urbanizzazione del territorio provinciale che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni e che cresca la pressione sul centro cittadino di quanti sono andati ad abitare fuori città ma vi ritornano ogni giorno in automobile per lavoro o per usare le sue attrezzature (negozi, musei, eccetera).

I parchi

Si prevede di formare una grande attrezzatura verde a carattere metropolitano valorizzando aree di pregio ambientale e paesaggistico, che sono attualmente assoggettate a tutela, per effetto della variante di salvaguardia. L'ipotesi, che fu avanzata con la proposta di variante per la zona nord-occidentale, è confermata e perfezionata in quest'occasione. L'attrezzatura è l'insieme di due grandi parchi, il parco delle colline di Napoli e il parco del Sebeto che dovrebbero estendersi anche oltre i confini cittadini su aree morfologicamente simili: 3500 ettari circa nel complesso, considerando il solo territorio comunale. Sarà il cuore verde dell'area metropolitana, l'elemento capace di innescare il processo di riordino e riqualificazione dell'immensa periferia napoletana. Comprende tra l'altro: parchi agricoli, come a Chiaiano, grandi attrezzature per lo svago e il tempo libero, come il parco delle cave, parchi storici, come Capodimonte. Gli interventi prevalenti sono di valorizzazione delle straordinarie risorse ambientali. Ma anche di trasformazione delle aree compromesse ma morfologicamente integranti dell'ambiente del parco: i cosidetti abitati nel parco, dove il piano prevede opere di ristrutturazione urbanistica finalizzate a realizzare le attrezzature del parco, restaurando le condizioni ambientali compromesse

 


 

Il centro storico

Si prevede una normativa quasi esclusivamente per intervento diretto. Lo studio comparato di documenti storici e il puntuale esame dei rilievi hanno consentito di operare una classificazione per tipologie dei fabbricati e degli spazi liberi - le unità di spazio - associando a ognuna di esse un articolo della normativa che stabilisce gli interventi edilizi e le utilizzazioni consentite per quella tipologia.
L'obiettivo é di restaurare l'immobile, adeguandolo agli standard di vita moderni senza comprometterne però - con opere sbagliate o con un uso improprio - le caratteristiche distintive, gli elementi tipologici strutturali. La conoscenza dettagliata e approfondita di queste caratteristiche, su cui è basata la normativa, consentono di superare le definizioni inevitabilmente rigide, perché generalizzanti, che tutti i cittadini conoscono: manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro e risanamento conservativo, eccetera.
Le tipologie individuate sono 53, raggruppate per epoca e per appartenenza a una delle due grandi famiglie dell'edilizia di base, ovvero essenzialmente residenziale o dell'edilizia speciale, ovvero essenzialmente collettiva: civile e religiosa. Una classificazione a parte è stata approntata per gli spazi aperti: i giardini, i chiostri, i cortili, le piazze, eccetera ( nel complesso sono state classificate e normate 16.124 unità di spazio, tra fabbricati e spazi scoperti ). La metodologia utilizzata è quella già sperimentata con successo nelle più aggiornate esperienze italiane di pianificazione dei centri storici, da Bologna a Brescia, a Venezia, a Palermo. Nel nostro caso troviamo però almeno due significative novità. In primo luogo, l'inclusione degli impianti otto-novecenteschi e quindi un numero maggiore di tipologie. In secondo luogo, la redazione del piano per il centro storico - per la prima volta in una grande città - nell'ambito della redazione del piano generale

La zona orientale

Il processo di riqualificazione che la variante propone pretende, come condizione preliminare, la delocalizzazione di tutti gli impianti petroliferi: non solo i residui depositi, ma anche l'attracco delle petroliere nel porto, in mancanza del quale gli oleodotti continueranno a rappresentare un'ingombrante e pericolosa presenza, incompatibile con la nuova qualità degli insediamenti. Ma anche le attuali infrastrutture stradali contrastano vistosamente con questi obiettivi di qualità. In accordo con il piano comunale dei trasporti, si propone pertanto una drastica semplificazione dell'attuale intricato reticolo, anche con la demolizione delle infrastrutture incompatibili con gli standard di qualità urbana perseguiti.
Il perno della riconfigurazione resta il sistema formato dal grande parco di circa 170 ettari, che collega la piana agricola al mare, seguendo l'andamento del nuovo corso d'acqua che ricorda il Sebeto, e dal lungo viale che, partendo dalla nuova piazza che duplica piazza Garibaldi in corrispondenza del binario d'arrivo dell'alta velocità, raggiunge Ponticelli. E' la scelta che, anche simbolicamente, esprime l'obiettivo, ricorrente nel piano, di ricongiungere centro e periferia.
La novità che la variante presenta è la definizione di una soluzione urbanistica di dettaglio che consente l'esecuzione immediata di molti interventi. Un dispositivo economico ad hoc consente di concentrare nella realizzazione di queste urbanizzazioni i contributi dei singoli interventi, alleviando notevolmente il carico economico del comune

 


 

La riqualificazione della vasta periferia

L'obiettivo è di trasformare un territorio uniformemente degradato in un sistema di quartieri, ognuno dei quali deve trovare al suo interno - anche per effetto di una maggiore e meglio organizzata offerta di attrezzature e spazi pubblici - quanto occorre per una confortevole dimensione residenziale. Questa riforma punta essenzialmente sulla massima valorizzazione dei centri storici minori, gli ex casali agricoli, in gran parte riqualificati con il cosiddetto piano delle periferie e dei quartieri di edilizia residenziale pubblica, lasciando ampi margini di iniziativa per la riqualificazione dell'edificazione recente. L'iniziativa si svolge con interventi di trasformazione urbanistica. Ci sono ambiti di trasformazione disseminati lungo tutta la fascia periferica e una immissione diffusa di attrezzature e verde per formare luoghi pubblici di qualità

La costa

Un importante intervento è previsto nel tratto di costa dal porto al confine comunale, è possibile operare un ricongiungimento del quartiere con il mare. Si può, infatti, interrompere la barriera costituita dalla ferrovia costiera mediante opere, specie in coincidenza delle nuove stazioni, che valorizzino al tempo stesso la funzione di questa importante infrastruttura. Si può fare, anzi è già in atto in altri punti della costa, per esempio l'area portuale antistante piazza del Municipio (e non si deve dimenticare Bagnoli). Mentre queste iniziative procedono, occorre riconnetterle in un disegno unitario. Per questo la variante prevede che si predisponga un piano di dettaglio esteso a tutta la linea di costa cittadina che preveda tra l'altro la riqualificazione dei porti turistici di Mergellina, liberato dal traffico passeggeri, e di borgo Marinari, e la massima valorizzazione paesistica di Posillipo

 


 

La modalità di gestione del Piano

Per quanto riguarda, in particolare, il finanziamento delle attrezzature pubbliche la variante prevede tre soluzioni di compartecipazione dei privati.
La prima riguarda la riconversione delle aree dismesse, dove la realizzazione delle attrezzature sarà tendenzialmente a carico delle iniziative private. La seconda prevede il convenzionamento - per l'assoggettamento all'uso pubblico, con i privati che assumono l'iniziativa: é il caso già esaminato dei parchi territoriali, ma allo stesso modo si potrebbe operare per altre attrezzature, a cominciare dagli impianti sportivi. La variante prospetta infine l'ipotesi di una cessione gratuita delle aree destinate ad attrezzature da parte dei proprietari che chiedono di realizzare nel sottosuolo delle stesse parcheggi non gravati dal vincolo di pertinenzialità.

 
 


 
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