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LE TRASFORMAZIONI URBANE CENTRO DIREZIONALE E MOSTRA D'OLTREMARE

centro direzionale visto dalla zona orientale

La strategia di attuazione del nuovo piano è impostata sulle due fondamentali modalità della conservazione e della trasformazione: la prima corrisponde a interventi diretti, già disciplinati dalle norme delle varianti al Prg, la seconda prevede interventi indiretti mediante strumenti urbanistici esecutivi. L'approvazione di piani attuativi, quindi, è necessaria solo in limitate parti di territorio, dove esigenze di trasformazione o particolari complessità richiedono ulteriori specificazioni normative e progettuali.
A questo scopo, con la variante generale sono stati individuati 46 ambiti, che si aggiungono alle aree assoggettate a pianificazione urbanistica esecutiva dalla variante occidentale. In questo insieme, prevalgono le zone industriali storiche a est e ovest della città, dove si prevedono trasformazioni radicali: il rinnovamento della destinazione produttiva di quella orientale, la riconversione a nuovi usi dell'area ex-siderurgica a occidente.

Per la riconversione della zona orientale è prevista l'integrale riconfigurazione dell'assetto urbano e ambientale, a partire dal progressivo allontanamento degli impianti petroliferi. Le aree delle ex raffinerie ospiteranno un parco di oltre 150 ettari, collegato da un ampio viale a piazza Garibaldi, in corrispondenza del nuovo terminal ferroviario. Intorno al parco sarà articolato un tessuto di industrie leggere, artigianato, servizi, residenze. Saranno rimosse le infrastrutture ferroviarie e stradali di forte impatto ambientale, riqualificando i tracciati storici.
La riqualificazione ambientale avvantaggia i nuovi insediamenti produttivi e valorizza gli immobili, consentendo così di reperire le risorse necessarie per nuove attrezzature collettive. La trasformazione ha preso avvio in alcuni ambiti, con consistenti investimenti privati e pubblici, fra l'altro: un nuovo porto turistico con attrezzature per il tempo libero e una stazione della metropolitana; strutture universitarie in fabbriche dismesse di San Giovanni a Teduccio; il completamento del centro direzionale, con attrezzature e uffici, intorno a un parco verde e sportivo.

Nella zona occidentale, è avviata la trasformazione dell'area dismessa di Bagnoli, finalizzata a un insediamento integrato per il turismo e il tempo libero, affiancato da strutture per la produzione di beni e servizi, e da nuove residenze. Due terzi dell'area sono destinati a verde: 120 ettari costituiranno il grande parco urbano di Napoli occidentale, a diretto contatto con il mare; il restante spazio sarà utilizzato per servizi sociali e verde di quartiere. Acquisite al patrimonio comunale le aree ex-siderurgiche, il completamento della bonifica dei suoli e la realizzazione degli interventi è affidata a una società di trasformazione urbana -Bagnoli Futura spa- promossa dal Comune e aperta ai privati.

Nel centro storico gli interventi indiretti riguardano innanzitutto ambiti dove la valorizzazione di rilevanti emergenze archeologiche richiede una nuova sistemazione. È esemplare l'ambito dei Teatri, dove al piano urbanistico esecutivo è posto l'obiettivo del disvelamento dei resti del teatro e dell'odeion, mediante un intervento caratterizzato dalla possibilità di far convivere in uno s cenario comune le strutture antiche e l'edilizia storica successiva.

Nel tessuto dei quartieri, in particolare quelli periferici, sono stati individuati ambiti rinviati a piani attuativi perché dismessi da precedenti utilizzazioni o per esigenze di riordino urbanistico. In questi contesti gli obiettivi consistono essenzialmente nel miglioramento della dotazione di servizi, nella formazione di insediamenti integrati, nella riqualificazione urbana e ambientale.

La realizzazione del nuovo sistema di trasporto su ferro costituisce l'occasione per più ampi interventi di riqualificazione nei contesti urbani delle nuove stazioni e dei nodi d'interscambio del sistema, per ciascuno dei quali è previsto un piano urbanistico esecutivo.

Infine, la formazione del Parco territoriale delle colline di Napoli -istituito nel giugno 2004- farà leva su piani attuativi delle principali unità morfologiche di questo territorio.

 

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