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Il caso Roscigno Vecchia e il recupero dei Paesi abbandonati

Martedì 22 Giugno 2010 alle ore 16,30 Sala Accoglienza Palazzo Reale - Napoli

 

Tavola Rotonda e presentazione del volume Il Paese Vecchio e il Paese Nuovo. Storia di Roscigno e dei suoi trasferimenti di Maria Laura Castellano.

Intervengono:
Mirella Barracco - Fondazione Napoli Novantanove - Mario de Cunzo - Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Stefano Gizzi - Soprintendenza BAPSAE per Napoli e Provincia - Massimo Marrelli - Polo delle Scienze Umane e Sociali - Università degli Studi "Federico II"- Marino Niola - Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Moderatore: Paolo Mascilli Migliorini -  Soprintendenza BAPSAE per Napoli e Provincia

il paese vecchio
 
 

Non è difficile trovare nell'Italia meridionale borghi o centri rurali abbandonati. Si tratta di piccoli  centri storici di antiche cittadine o di interi paesi totalmente spopolati, per lo più di origine medioevale, che, sopravvissuti negli anni grazie alla loro posizione sicura sulle montagne, vedono a un tratto la loro storia interrotta per eventi traumatici. Le cause dell'abbandono sono diverse da paese a paese, ma in fondo si somigliano: l'eccessivo isolamento, l'emigrazione, la mobilità demografica, un suolo instabile per franamenti e smottamenti, o ancora i terremoti. 
 
Con la Tavola Rotonda Il caso Roscigno Vecchia e il recupero dei Paesi abbandonati organizzata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per Napoli e Provincia, si vuol aprire uno sguardo sullo stato attuale dei centri rurali ormai parzialmente o del tutto disabitati, capire le storie particolari, individuarne il valore culturale ed economico e quindi ipotizzarne un futuro utilizzo.
 
Il "caso" che si propone riguarda la storia di un piccolo centro del Cilento interno in provincia di Salerno, segnata da una frana secolare. Da sempre costretti a convivere con la precarietà del suolo, che ha fortemente condizionato la loro vita e l'economia, gli abitanti di Roscigno dovettero alla fine abbandonarlo. Dopo l'emanazione delle leggi speciali del 1902 e del 1908, che permettevano allo Stato di realizzare i fabbricati pubblici e di assegnare ad ogni famiglia un pezzo di terra per costruirvi la propria casa, cominciò a nascere Roscigno Nuova, un chilometro circa più a monte, in terra sicura. Tuttavia, malgrado le ordinanze di sgombero e le pressioni dei sindaci a favore del trasferimento degli abitanti, la vita continuò a lungo a svolgersi a Roscigno Vecchia e si sarebbe svolta lì ancora fino agli anni settanta del secolo, perché la gente non voleva lasciarla e preferiva le vecchie case pericolanti, senza servizi né acqua né luce a quelle moderne del paese nuovo, anonime e senza storia. Roscigno Nuova è cresciuta mentre ormai Roscigno Vecchia è disabitata, ma è del tutto rimasta com'era prima del trasferimento: una grande piazza, con la settecentesca chiesa di San Nicola, circondata dalle case, dai lavatoi, dalle stalle e dai vecchi negozi. Roscigno, paese doppio, dunque è un posto speciale da visitare. Il vecchio paese, dove il tempo sembra essersi fermato, con il suo patrimonio urbanistico e storico è un bene culturale da tutelare. 
 
A Roscigno Vecchia non abita più nessuno. Tutti si sono ormai trasferiti nel nuovo paese, costruito più a monte dopo che una lenta frana ha imposto lo sgombero del piccolo e millenario borgo cilentano.
Per la sua impervia posizione sui monti Alburni il paesino è rimasto a lungo nascosto a turisti e viaggiatori, e anche per questo è riuscito a conservare la sua antica e originaria struttura urbanistica.
Roscigno Vecchia rientra nel territorio del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ed é patrimonio dell'Unesco, la Soprintendenza per i Beni Culturali e Paesaggistici di Salerno ne ha curato e ne cura il recupero e la conservazione, e la Pro Loco lavora incessantemente per un suo rilancio culturale e turistico, dotando la piazza anche di un hotspot Wi-Fi gratuito ed una webcam permanente attiva.
Ricostruire il passato di un paese ormai disabitato, raccontarne la storia e le vicende, capire le circostanze, i motivi e le modalità dell'abbandono è un lavoro difficile e appassionante ma, soprattutto, è essenziale per la custodia della memoria di chi lo ha abitato e per salvaguardare ciò che resta dell'architettura del luogo.

Da oltre venticinque anni la storica dell'arte Maria Laura Castellano si occupa di Roscigno Vecchia. Negli anni Novanta, per conto della Soprintendenza di Salerno, ha allestito nella grande piazza del paese un Museo di Civiltà Contadina in cui sono raccolti, catalogati e inventariati gli oggetti di uso domestico e i tanti attrezzi per il quotidiano lavoro nei campi che raccontano la dura e difficile vita contadina. 

Con il libro Il Paese Vecchio e il Paese Nuovo. Storia di Roscigno e dei suoi trasferimenti, Giannini Editore, realizzato analizzando fondi archivistici, notizie storiche e documentarie, e raccogliendo le voci degli anziani, la studiosa ci racconta gli eventi che nel corso dei secoli hanno portato al lento e sistematico spostamento del paese verso monte, e le vicissitudini e le lungaggini burocratiche che nella prima metà del Novecento ne hanno gradualmente e definitivamente decretato il trasloco in una zona più sicura.
Il volume, in italiano, inglese e francese, è ricco di belle immagini a colori realizzate da Franco Palmieri e di foto antiche provenienti dalle collezioni private dei roscignoli emigrati all'estero.

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