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Monitoraggio e controllo

Il mare, per una città rivierasca, costituisce ciò che si definisce il "corpo idrico recettore finale", ovvero l'unico recapito per lo smaltimento delle acque meteoriche, delle acque reflue opportunamente trattate, nonché delle portate nere frammiste a quelle meteoriche in un idoneo rapporto teso a tutelare le acque marine e garantire, nel contempo, il necessario smaltimento delle acque defluenti nel sistema fognario in caso di pioggia.
 
Il contenimento dei rischi di inquinamento delle acque marine lungo lo sviluppo del litorale cittadino da parte dei vettori fognari su di esso incidenti in maniera diretta o indiretta, costituisce un obiettivo fondamentale a cui deve tendere lo sviluppo sostenibile di una città costiera.

un tratto di costa cittadino
 
 

 Una efficiente strutturazione del sistema fognario a monte del corpo idrico recettore, insieme ad una attenta gestione, una costante manutenzione preventiva ed un pedissequo e costante monitoraggio delle funzionalità, diventano conseguentemente elementi di rilevanza critica e fondamentale per la tutela nei confronti del rischio inquinamento, accidentale o meno, delle acque marine.

Sebbene i problemi dell'inquinamento marino abbiano ampiezza e portata tale da non poter trovare soluzione in ambito locale, in un contesto di elevatissima densità di fattori di rischio inquinamento degli specchi acquei direttamente antistanti una metropoli di oltre 1 milione di abitanti come Napoli, la soluzione operativa dei problemi immediati può far capo soltanto all'Ente locale, direttamente interessato dal problema.

Il SIMPAC - Sistema Integrato di Monitoraggio e Protezione Ambiente integrato

La modalità adottata dal Comune di Napoli per ottenere un'azione efficiente ed efficace in tale delicato ambito è stata quella di concentrare in capo ad un unico e apposito Servizio interno (il Dipartimento Ambiente - Servizio Risorsa Mare), le funzioni di monitoraggio, controllo, programmazione ed intervento di salvaguardia ambientale. In tale ottica, negli ultimi anni, il Dipartimento Ambiente - Servizio Risorsa Mare del Comune di Napoli, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze per l'Ambiente dell'Università Parthenope di Napoli, l'ARPAC ed altri soggetti, ha avviato la realizzazione, sia pure in forma prototipale, di un "Sistema Integrato di Monitoraggio e Protezione dell'Ambiente Costiero di Napoli (denominato S.I.M.P.A.C. Napoli)" finalizzato proprio a ridurre il rischio di inquinamento antropico sull'intero litorale cittadino.

 
un tratto di costa cittadino

Il sistema, fino ad oggi applicato essenzialmente al paraggio costiero prospiciente il centro città, tra il Molosiglio e Largo Sermoneta, da sempre il più critico ed il più rappresentativo, è costituito da una rete di sensori ambientali posta in aree nevralgiche della fascia costiera partenopea le cui rilevazioni, integrate anche da altre provenienti da fonti non strumentali (quantità e tipologia di RSU raccolta sugli arenili, risultati di analisi batteriologiche specifiche, localizzazione, dimensioni e tipologie di scie e di accumuli di rifiuti ecc.), costituiscono la base dati necessaria per la determinazione della qualità ambientale utilizzando  indici sintetici. Mediante la valutazione e l'analisi integrata dei suddetti dati, si sta sperimentando già da qualche tempo, la possibilità di prevedere e/o comprendere in tempo reale la genesi e la dinamica di eventuali fenomeni di inquinamento, sia batteriologico che fisico, nonché del relativo specchio acqueo interessato in modo da poter intervenire operativamente prima che il problema si estenda ad altre zone. 
 
Per evitare però che tale complessa attività di studio ed analisi si riduca unicamente ad un mero strumento di comprensione ed ausilio per le successive pianificazioni e progettazioni (come purtroppo avviene in una molteplicità di casi), occorre che esse siano effettivamente in grado di allarmare ed attivare la Sezione Operativa (ed, in caso di urgenza, il Pronto Intervento) del S.I.M.P.A.C. il quale, sulla base delle conoscenze acquisite, è in grado di intervenire con la necessaria immediatezza per prevenire il manifestarsi di problematicità, ovvero di trovare la giusta soluzione finalizzata al contenimento di una problematica già eventualmente insorta. I risultati ottenuti con tale sistema prototipale di monitoraggio ed intervento integrati sono già stati numerosi e concreti, in primis la conservazione delle condizioni idonee per la balneazione già da oltre 6 anni su tutta la costa centro-occidentale della città, ma esso ha consentito soprattutto al Servizio Risorsa Mare di acquisire una esperienza unica in tale specifico e complesso settore.

 
 

In particolare, proprio la variegata esperienza acquisita sul campo ha consentito di individuare le diverse criticità del sistema e delle complesse procedure connesse, del gran numero di professionalità e competenze coinvolte, della forte integrazione esistente tra gli aspetti amministrativi-burocratici e quelli procedurali-manutentivi e operativi fino a quelli tecnico-scientifici di interpretazione, verifica e valutazione dei dati. Ma ha consentito anche di riconoscere ed apprezzare le forti ed ancora inesplorate potenzialità di una sì forte e stretta integrazione tra ricerca applicata e attività istituzionale operativa.

Risultati attesi

Il livello di operatività finora raggiunto dal SIMPAC Napoli, nella sua configurazione prototipale attuale, ha già consentito di conseguire risultati importanti sul tratto di mare cittadino su cui fino ad oggi ha operato. E' proprio grazie agli studi ed agli interventi consequenziali attuati che, dopo lunghi anni di divieto, nel 2003 si riuscì a recuperare la balneazione su tutto il lungomare della città ed oltre, ma è solo grazie al S.I.M.P.A.C., anche se solo in forma prototipale, che si è poi riuscita a conservarla nel tempo fino ad oggi.

Ha consentito, infatti, di individuare le principali cause dell'inquinamento batteriologico riscontrato nel tratto di mare in esame e di comprenderne le dinamiche, le modalità di diffusione, i tempi, ecc. in funzione delle condizioni metereologiche effettive, permettendo così di approntare procedure di intervento e sistemi di allarme per gli eventi più significativi.

L'obiettivo del riconoscimento della Bandiera Blu ai tratti di costa più blasonati del promontorio di Posillipo, ma ancor più quello di mantenerlo poi nel tempo, però, obbliga la città a dotarsi di un sistema di monitoraggio integrato molto più "performante" sia in termini di risoluzione spaziale che di tempo di risposta rispetto a quello fino ad ora "allestito". Il livello di monitoraggio, il raggio di azione e la capacità di intervento necessari allo scopo dovranno pertanto essere di molto elevati rispetto alla condizione prototipale attuale, e dovranno essere in grado di garantire il permanere delle condizioni migliori degli specchi acquei cittadini in tutte le occasioni importanti ed in ogni condizione meteo, sia intervenendo a monte con una idonea manutenzione programmata dei terminali di rete, sia intercettando in anticipo le eventuali anomalie e/o scie, così attuando cioè tutte le procedure di difesa possibili.

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