Comune di Napoli - Cultura - Patrimonio Artistico e Museale - Castel Nuovo
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Castel Nuovo

Maschio Angioino
Foto di Maria Sabatasso
 

 
Per lavori di manutenzione, la Cappella Palatina e l'Armeria sono chiuse al pubblico.
Nelle giornate del 24 e 31 dicembre 2024, il complesso monumentale di Castel Nuovo sarà aperto al pubblico dalle 8:30 alle 17:00 con ultimo ingresso per i visitatori alle ore 16:30.

Castel Nuovo è aperto dal lunedì al sabato dalle ore 8:30 alle ore 18:30, esclusi i festivi, salvo aperture straordinarie.
Ultimo ingresso alle ore 17:30.
I biglietti sono acquistabili in biglietteria tramite pagamento POS (bancomat e carta di credito).

L’accesso a Castel Nuovo sarà sospeso al raggiungimento della capienza massima, considerando anche le presenze dovute a concomitanti eventi, nonché per ragioni di sicurezza.
Alcuni spazi potrebbero essere non visitabili se concessi ai sensi della delibera del Consiglio Comunale n. 7 del 9 aprile 2024.
Per maggiori informazioni consultare la pagina Modalità d'ingresso.

Tariffe Museo Civico in Castel Nuovo
Biglietto intero: 6 euro
Gruppi di almeno 20 paganti: 4 euro
Convenzione Scabec “Artecard”: 3 euro/gratuito come da convenzione
Per ulteriori riduzioni e gratuità: Tariffe Castel Nuovo

Scuole
Prenotazione tramite beni.culturali@comune.napoli.it
Per prenotazioni dedicate esclusivamente a guide turistiche per itinerari della fortezza in Castel Nuovo:
http://ingressi.comune.napoli.it/castelnuovo/richiesta-spazi/

Per ulteriori informazioni:
Tel.: 081.7957703 dal lunedì al venerdì, dalle ore 9:00 alle ore 15:00.
Email: beni.culturali@comune.napoli.it

 
 
 
 
 
 
 

Durante il regno di Roberto d'Angiò il Castello divenne un centro di cultura dove soggiornarono artisti, medici e letterati fra cui Giotto, Petrarca e Boccaccio. Agli Angioini successero gli Aragonesi con Alfonso I, che seguendo la scelta dei predecessori, fissò la sua dimora reale in Castel Nuovo iniziandone i lavori di ricostruzione e facendo innalzare all'esterno, fra la Torre di Mezzo e quella di Guardia, il grandioso Arco di Trionfo per celebrare il suo vittorioso ingresso nella città di Napoli.
 
Con gli Aragonesi si assiste al passaggio dal medioevale castello-palazzo alla fortezza di età moderna, adeguata alle nuove esigenze belliche e la zona intorno al Castello perde il carattere residenziale che aveva con gli Angioini. La struttura della costruzione aragonese risulta senz'altro più massiccia rispetto a quella angioina e rispecchia abbastanza fedelmente quella attuale, scaturita dai lavori di risanamento dei primi anni di questo secolo.

Il monumento presenta una pianta trapezoidale formata da una cortina di tufo in cui si inseriscono cinque torri cilindriche (di cui quattro di piperno ed una di tufo) poggianti su un basamento in cui si aprono dei cammini di ronda. L'area del cortile, che ricalca quella angioina, è formata da elementi catalani come il porticato ad arcate ribassate e la scala esterna in piperno, opera dell'architetto maiorchino Guglielmo Sagrera, che conduce alla Sala dei Baroni e conferisce a questo angolo della corte il caratteristico aspetto dei patii spagnoli.

Durante il regno di Roberto d'Angiò il Castello divenne un centro di cultura dove soggiornarono artisti, medici e letterati fra cui Giotto, Petrarca e Boccaccio. Agli Angioini successero gli Aragonesi con Alfonso I, che seguendo la scelta dei predecessori, fissò la sua dimora reale in Castel Nuovo iniziandone i lavori di ricostruzione e facendo innalzare all'esterno, fra la Torre di Mezzo e quella di Guardia, il grandioso Arco di Trionfo per celebrare il suo vittorioso ingresso nella città di Napoli.
 
Con gli Aragonesi si assiste al passaggio dal medioevale castello-palazzo alla fortezza di età moderna, adeguata alle nuove esigenze belliche e la zona intorno al Castello perde il carattere residenziale che aveva con gli Angioini. La struttura della costruzione aragonese risulta senz'altro più massiccia rispetto a quella angioina e rispecchia abbastanza fedelmente quella attuale, scaturita dai lavori di risanamento dei primi anni di questo secolo.

Il monumento presenta una pianta trapezoidale formata da una cortina di tufo in cui si inseriscono cinque torri cilindriche (di cui quattro di piperno ed una di tufo) poggianti su un basamento in cui si aprono dei cammini di ronda. L'area del cortile, che ricalca quella angioina, è formata da elementi catalani come il porticato ad arcate ribassate e la scala esterna in piperno, opera dell'architetto maiorchino Guglielmo Sagrera, che conduce alla Sala dei Baroni e conferisce a questo angolo della corte il caratteristico aspetto dei patii spagnoli.

 
Castel Nuovo
Castel Nuovo (foto di Massimo Moffa)

Alla fine del XV secolo i Francesi subentrarono agli Aragonesi; tale presenza non durò per molto tempo, in quanto i Francesi furono sostituiti a loro volta dai viceré spagnoli ed austriaci. Durante il periodo vicereale (1503-1734), le strutture difensive del castello, adibito ad un uso prettamente militare, vennero ulteriormente modificate. Con l'avvento di Carlo III di Borbone che sconfisse l'imperatore Carlo VI nel 1734, il castello venne circondato in varie riprese da fabbriche di ogni genere, depositi ed abitazioni.
 
Nel primo ventennio del XX secolo iniziarono a cura del Comune i lavori di isolamento del castello dalle costruzioni contigue (vedi video di Bernardo Leonardi); la validità di questo intervento scaturiva dal riconoscimento del valore storico e monumentale della fortezza e dalla necessità del recupero complessivo della piazza antistante.

Attualmente il complesso monumentale viene destinato ad un uso culturale ed è, tra l'altro, la sede del Museo Civico. L'itinerario museale si articola tra la Sala dell'Armeria, la Cappella Palatina o di Santa Barbara, il primo ed il secondo piano della cortina meridionale a cui si aggiungono la Sala Carlo V e la Sala della Loggia destinate ad ospitare mostre ed iniziative culturali.

 
 
Testi di Rosalba Manzo