Al primo piano sono esposte opere (dipinti, sculture e arredi liturgici), prevalentemente di committenza religiosa che abbracciano i secoli XV, XVI , XVII, XVIII, provenienti da chiese e enti soppressi, fra cui la Real Casa Santa dell'Annunziata e l'Istituto di Istruzione e Assistenza Femminile Sant'Eligio.
Tra queste si nota la tavola con l'Adorazione dei Magi (1519 circa), un tempo ubicata sull'altare maggiore della Cappella Palatina, opera giovanile dell'artista calabrese Marco Cardisco, dove sono raffigurati nelle vesti dei Magi, Ferrante I, Alfonso II d'Aragona e Carlo V. Uno dei pochi dipinti di carattere profano è la Natura morta con pesci di Giuseppe Recco, della seconda metà del Seicento, che testimonia l'adesione del pittore alla grande tradizione naturalistica napoletana.
Si passa poi ad ammirare le tele dei maggiori esponenti del barocco napoletano: Luca Giordano e Mattia Preti. Il San Nicola in Gloria dipinto all'età di ventiquattro anni, mostra l'orientamento del Giordano verso uno stile monumentale dalla pennellata fluida e dai toni dorati, che traduce in un linguaggio barocco la lezione dei grandi maestri veneti del Cinquecento. La Madonna del Rosario con santi, è da attribuire all'ultimo periodo del soggiorno a Malta (1660) del Preti, proprio per lo schema compositivo denso di figure e per i riflessi di luce rossa sullo sfondo, tipici della sua pittura.
Del 1691 è il Miracolo di San Giovanni di Dio del pittore napoletano Francesco Solimena, eseguito per l'Ospedale della Pace in occasione della canonizzazione del Santo, in cui l'artista recupera nei colori scuri la pittura del Preti allontanandosi dal luminoso colorismo dei coevi affreschi della sacrestia di San Paolo Maggiore. Il museo ospita numerosi "argenti", appartenenti al ricchissimo corredo liturgico dell'Annunziata, fra cui si ricorda il prezioso Crocifisso con la Madonna e San Giovanni Evangelista, in cristallo di rocca e argento, del XVI Secolo.
testi di Rosalba Manzo