Percorso di visita al livello della corte, della terrazza e del camminamento di ronda sovrastante la Sala dei Baroni. Tale percorso consentirà di vedere da un osservatorio privilegiato le emergenze ambientali che hanno reso Napoli famosa nel mondo.
E' posto in evidenza il percorso di visita sia al livello della corte interna, sia alla quota dei rivellini, nonchè del percorso che, partendo dal porticale avvolge la maggiore torre collegandosi al balcone pensile su mensole, sul fronte orientale, affacciato sul mare.
Sulla base degli obiettivi già definiti nel "Bollettino della Soprintendenza BAA di Napoli e Prov." (n° 1/1995, pp. 55 - 57), presentato in occasione del Premio Napoli alla stampa estera nell'aprile 1995, a cura dei suddetti aa. sono state individuate le priorità d'intervento, con lavori tutt'ora in corso, nell'area sottostante alla Sala dei Baroni, al fine di recuperare a nuove funzioni culturali e museali gli ambienti abbandonati o adibiti a depositi e simili, ai lati del "porticale" quattrocentesco che dal cortile conduce al balcone pensile del fronte orientale.
Attraverso il prolungamento dei collegamenti verticali (agibili anche per portatori di HC), si renderà fruibile al pubblico la terrazza di copertura dell'ala nord, collegandola al camminamento di ronda ottagonale della Sala dei Baroni ed agli ambienti angolari, abbandonati al pari della Torre del Beverello.
A tale "belvedere sulla città" si aggiungerà il restauro della Torre medesima, oggi in abbandono e di difficile accesso, cui seguirà il recupero della grande sala - pressochè inaccessibile e non in uso - esistente sulla Cappella Palatina e da inserire nella fruizione del castello con nuovi collegamenti verticali, oltre che mediante il restauro della grande scala ad elica catalana tuttora inagibile. Il restauro prevede altresì, nell'ambito di un generale piano organico di rifunzionalizzazione, la sistemazione delle ali nord ed ovest, quest'ultima con funzione di prestigiosa rappresentanza delle attività del Comune di Napoli.
Dopo decenni di disinteresse e di abbandono si manifesta oggi da parte dell'Amministrazione comunale una nuova linea di politica culturale che pone la antica fabbrica angioino-aragonese al centro delle iniziative per la rivalutazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico napoletano.