Il 13 ottobre u.s. la Commissione europea ha presentato il "Programma di cambiamento" della politica dell'UE in materia di sviluppo, finalizzato a garantire il massimo impatto sulla riduzione della povertà.
In futuro, la spesa dell'UE si concentrerà su settori fondamentali per la crescita inclusiva ed a lungo termine. Il sostegno andrà ai paesi più bisognosi di aiuti esterni, nei quali gli aiuti possono produrre risultati effettivi.
Pertanto gli aiuti dell'UE saranno mirati ai settori che sono alla base di una crescita inclusiva e sostenibile, tra i quali la buona governance, compresi il rispetto dei diritti umani e della democrazia; la parità tra i generi, il ruolo della società civile e la lotta alla corruzione, la protezione sociale, la sanità e l'istruzione, il sostegno ad un clima imprenditoriale favorevole e ad una più profonda integrazione regionale, l'agricoltura sostenibile e l'energia pulita.
La Commissione incoraggerà inoltre l'UE e gli Stati membri ad elaborare insieme strategie e programmi (per una "programmazione congiunta") e a meglio ripartirsi i compiti in modo da potenziare l'efficacia degli aiuti.
Con oltre il 50% degli aiuti globali, l'UE è già il primo donatore a livello mondiale. "Voglio essere certo che l'UE resti anche il donatore più efficace", ha dichiarato Andris Pielbalgs, Commissario europeo per lo Sviluppo, sottolineando che l'UE debba "restare al passo con l'evoluzione della realtà mondiale ed adeguare il nostro modo di combattere la povertà. Per questo oggi propongo che le nostre priorità in materia di aiuti siano ridefinite per accompagnare i paesi che ne hanno bisogno verso una crescita sostenibile ed inclusiva. Voglio essere certo che ogni singolo euro vada a favore di chi più ne ha bisogno. Combattere la povertà nei paesi terzi è per l'UE una "polizza assicurativa" a garanzia di un mondo più stabile e prospero".