Una piattaforma di incontro e confronto tra le esperienze più disparate di performance, anche di diverse estrazioni specialistiche, un'occasione di fruizione unica per una regione che lentamente prova a riconquistare il suo ruolo di avanguardia nella diffusione culturale della danza, una rampa di lancio quasi esclusiva per i danzatori, specie campani, troppo spesso costretti a guardare all'estero come unico palcoscenico possibile.
In particolare il progetto mira a valorizzare il patrimonio culturale di Napoli trasformando la città in un laboratorio di cultura, cercando di coniugare la migliore qualità degli spettacoli con la loro capacità di attirare un numero sempre maggiore di spettatori a questa meravigliosa e difficile forma d'arte, capace come poche di elevare la sensibilità e lo spirito di chi la pratica, la segue con passione o di chi solamente la guarda. Comunente si dice che la danza nasca con l'uomo, risale ai tempi più remoti e con essa si evocavano fertilità e raccolti alla grande dea natura. Con danze rituali e ludiche gruppi di uomini si mettevano in contatto con le divinità attraverso la catrsi della danza, Gli spettacoli, di seguito elencati, sono stati tutti scelti nell'esigenza di rispondere a questa idea originaria, che fa di questa rassegna uno degli eventi più autentici del calendario nazionale dei festival di danza.
Appuntamenti 2012
Balletto dell'Esperia in Trittico 900
Coreografie di T. Malandain, E. Scigliano, P. Mohovich
Con questo spettacolo, composto da un trittico, il Balletto dell'Esperia vuole offrire la sua rivisitazione di alcuni capolavori del balletto del '900 da parte di tre coreografi contemporanei: La morte del cigno, nella versione di Thierry MALANDAIN, direttore del Malandain Ballet Biarritz, L'après-midi d'un faune, creazione esclusiva per la compagnia di Eugenio SCIGLIANO, e I quattro temperamenti di Paolo MOHOVICH.
A cura di CDTM Circuito Campano della Danza
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Coreografie di E. Celli
Balletto in due atti, definito come "la sintesi del movimento romantico", "Giselle" racchiude tutta l'essenza del romanticismo. E proprio in questa nuova produzione si cimenta il coreografo Enzo Celli in una sua personale rivisitazione "operaia" del grande balletto, mantenendo i medesimi personaggi Sempre fedele al proprio linguaggio contaminato e poliedrico, Enzo Celli mette in scena un'opera sui generis, in cui il suo personalissimo stile si fonde in un unico linguaggio poetico e raffinato.
Palazzo San Giacomo, piazza Municipio,
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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