Tenutasi a Rio de Janeiro dal 20 al 22 giugno 2012, a distanza di venti anni dalla prima conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile, Rio+20 è stata l'occasione per affrontare il tema dell'economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e della riduzione della povertà, nonchè il quadro istituzionale entro cui si può affermare lo sviluppo sostenibile, ovvero un sistema di governance, istituito a livello globale, regionale e nazionale. Un importante momento è stato la sottoscrizione del documento finale "The future we want", firmato dagli oltre 100 Capi di Stato e di Governo presenti alla Conferenza.
Il documento raccoglie i principi e gli impegni assunti dagli Stati per promuovere lo sviluppo sostenibile a livello globale. Positivo il commento al testo di Navi Pillay, Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, che, riprendendo il titolo del documento, ha dichiarato che "Il futuro che vogliamo è certamente un futuro fatto di diritti umani". Tra i diritti riconosciuti, l'Alto Commissario ha citato, in particolare, il diritto allo sviluppo, ad un adeguato standard di vita, il diritto al cibo, all'acqua e ai servizi igienici, il diritto alla salute, all'istruzione, al lavoro, i diritti delle donne, dei migranti, delle persone anziane, i diritti dei popoli indigeni e i diritti legati alla salute sessuale e riproduttiva.
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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