Il progetto fotografico Vite Autopoietiche racconta di persone con disabilità fisiche, psichiche, con problemi di disagio e inclusione sociale che, attraverso un percorso formativo autopoietico, sono riusciti a raggiungere forme di autorealizzazione e autoguarigione estremamente significative.
Riconoscere che la propria "diversabilità" non è soltanto un handicap, ma anche uno strumento di riconoscimento e di realizzazione autopoietica, è la sfida del primo Centro Italiano Sigmasofia di Sutri. La Sigmasofia è una pratica di vita intesa come sommatoria della saggezza acquisita in ognuno di noi dal concepimento al momento attuale. È autopoietica perché ognuno la realizza a modo proprio, attraverso il vissuto individuale diretto. Avendo ogni individuo esperienze profondamente diverse non esiste una via valida per tutti e dunque questo percorso formativo valorizza l'autocreazione.
Tale approccio ha trovato una possibile applicazione nell'arte grazie alla Sigma Art che propone peculiari modalità operative, da tecniche meditative a duri allenamenti fisici, che rispecchiano il concetto dell'autopoiesi.
L'autopoiesi permette di raccontarsi così come ci si conosce, ogni attore-ricercatore mette in scena la propria storia di vita, le proprie conoscenze e le proprie abilità circensi, musicali, teatrali e questo crea un cambio di marcia rispetto al tradizionale percorso della cultura organizzata. Si è riusciti così a ridurre la distanza che c'è tra chi ha una ridotta capacità d'interazione con l'ambiente sociale intesa come uno scarto di natura sociale, culturale, economica, e chi ha invece problematiche di carattere strettamente fisiologico. Grazie anche all'utilizzo di determinati strumenti un disabile può sentirsi un normodotato così come un normodotato può sentirsi un disabile a seconda del percorso di vita che fa, anche in senso dinamico, in quanto non solo dipendente da stati patologici cronici, ma anche da fattori psichici e sociali, fattori necessariamente in costante evoluzione. Ad esempio l'equilibrio precario che si prova andando sui trampoli o sul monociclo è paragonabile alla condizione quotidiana di alcuni disabili.
L'arte autopoietica, che parte dunque dal vissuto integrale di ciascuno, e si esprime grazie alla guida di un maieuta di Sigmasofia, ha permesso a questi ragazzi di superare la disabilità che può essere dunque definita come un incontro fra individuo e situazione.
Con il patrocinio morale di: Comune di Napoli, Unicef. Con il contributo di: AdvStudios Scuola di Comunicazione
In collaborazione con: Sigmasofia Onlus, Assessorato alla cultura del Comune di Napoli, Pan|Palazzo Arti Napoli.
Allestimento, montaggio e progetto grafico a cura di Marco Spatuzza.