Inaugura martedì 9 ottobre, alle ore 18, presso il Palazzo delle Arti di Napoli in via dei Mille, 60, l'installazione di pittura e danza TRAIN DE VIE di Gianni Cuocolo (installazione-segno-pitturamicromeccanica) e Flavia Bucciero (coreografia), realizzata in collaborazione con il Comune di Napoli (assessorato alla Cultura e al Turismo) e il Palazzo delle Arti di Napoli. L'installazione sarà esposta dal 9 al 21 ottobre 2012.
Tre le performance di danza che verranno realizzate durante l'inaugurazione: alle ore 18.30, 19.30, 20.30, a cura di Movimentoinactor Teatrodanza/Consorzio Coreografi Danza d'autore. Danzano Flavia Bucciero, Franco Corsi, Sabrina Davini, Marta Sbranti. Ha collaborato alla micromeccanica Luca Maresca.
Il progetto è il terzo step di un percorso di collaborazione che la Compagnia Movimentoinactor Teatrodanza/Consorzio Coreografi Danza d'Autore e la coreografa Flavia Bucciero hanno iniziato dal dicembre scorso con Il Comune di Napoli e il Palazzo delle Arti di Napoli, tutto incentrato sulle relazioni fra la danza e le arti e il potenziale creativo che da queste relazioni può scaturire, attraverso sempre nuove forme. In questo ulteriore momento progettuale Movimentoinactor Teatrodanza crea una performance per Palazzo Roccella, individuando come scenografia alcune opere/installazione del maestro Gianni Cuocolo.
Le opere in oggetto si ispirano (nella maggior parte dei casi) in maniera astratta, a paesaggi vesuviani, che più che reali provengono dal substrato della memoria e dell'immaginario che ne definisce forme, colori, sostanza. Si riconosce, frequentemente, la presenza del Vesuvio che, piuttosto che elemento oleografico, sta a rappresentare una costante concretizzazione di una presenza psichica e, al tempo stesso, materiale, simulacro di un'idea di provvisorietà e precarietà ancestrale, spettatore impassibile di un farsi e disfarsi perenne della materia. Mai o quasi mai si annida presenza umana in queste opere, ma ad attraversare i paesaggi, a venir fuori dal sottosuolo, a percorrere percorsi improbabili fra rocce e mare è il treno. Anzi i treni, un'infinità di vagoni, locomotive, ruote, binari, ferraglie, treni grandi e piccoli (presenti anche fisicamente nelle opere, materia nella materia, in un gioco raffinato di micromeccanica).
Il treno, è nella pittura di Gianni Cuocolo, elemento pieno di senso e di sensi. Diventa di volta in volta simbolo della psiche e dell'immaginario, di fortissima tensione emozionale. Un'immanenza, multiforme, assai più potente della presenza umana. Molteplici i suoi significati, stanno a indicare percorsi spazio-temporali,quello della memoria, personale in primo luogo, ma anche universale; sono, al tempo stesso,proiezione nel futuro e nell'ignoto.
Il treno rappresenta i percorsi del pensiero, dell'inconscio, della vita stessa, attinge al mondo e se ne fa contaminare. In una parola, riprendendo il titolo di un film, è train de vie, treno di vita La forza dell'opera di Cuocolo sta nella materia pittorica, consistente, tattile, nell'uso alchemico dei colori che variano dai neri bituminosi ai blu cobalto, ai colori mediterranei, all'uso sapiente degli effetti chiaroscurali, che rendono la pittura viva e palpitante. La pittura è costantemente invasa dall'idea dell'ossido di frenatura (rustfilm) sottile polvere prodotta dall'azione frenante dei treni che depositandosi su tutti gli elementi: vagoni, rotaie, binari ecc.. Crea un colore simile alla ruggine. L'artista traduce il concetto di ossido di frenatura in pittura, con finissimi strati di colore (bruno carminio ocra) che vengono a infiltrarsi e a corrompere la materia pittorica stessa, evocando odori, storie, vissuti. Pittura, dunque, mediterranea, vesuviana e mitteleuropea al tempo stesso. Questa la linea di congiunzione e le ragioni per cui la regista e coreografa Flavia Bucciero sceglie le opere di grande formato di Gianni Cuocolo come scenografia per la danza. Le opere, infatti, smuovono e fanno riemergere l'origine napoletana della Bucciero ( del resto sempre presente nelle sue creazioni) le sue stesse memorie. L'attraversamento dello spazio e del tempo come elemento che ha caratterizzato il suo percorso artistico in varie città d'Europa e di Italia, ma , al tempo stesso, la centralità, nella psiche e nell'immaginario, di questo nucleo forte di un sentire mediterraneo, mai propenso ad oleografismi , in cui questo treno-pensiero-vita bituminoso e sulfureo crea squarci, contraddizioni, irrequietezza, un pensiero che non vuole mai accomodarsi, ma che nel grande magma ogni volta si scompone e rinasce. I danzatori evocati dalle opere dell'artista, sembrano sputati dalle locomotive e dalla lava stessa. Nella danza, forma e emozione, travasata dalla tela ai loro stessi corpi, ritrovano la loro dimensione, la loro identità, seppure in perenne metamorfosi. Coinvolgono il pubblico, spettatore/attore, bambino/adulto, trasportandolo nel loro train de vie, come passeggeri che accettano di salire su un convoglio dove la meta non è certa, lo è invece l'attivazione dei sensi, dell'immaginario, delle emozioni. |