"Un'opera in divenire plasmata dal tempo" (Tiziana Tricarico - Il Mattino 21.11.2012) |
Nasce per scomparire alle intemperie dell'autunno napoletano l'installazione dal titolo "Schwarze Tomaten, oder schiffbruch". L'opera a firma di due artisti irpini, Pietro Marino ed Alessandra Lanzetta. La descrizione dell'opera, che sarà collocata sulle terrazze del PAN sporgenti sulla splendida via dei Mille, è di relativa semplicità.
Come annuncia il titolo in lingua tedesca, il lavoro è la messa in scena simbolica di un naufragio, rappresentato a mezzo di pomodori d'argilla e figure in materiali eterocliti: filo di ferro, conchiglie, ossi di seppia, fossili, attrezzi di varia forma e funzione. Tutta la superficie espositiva, di fondo bianco, sarà occupata da circa milleottocento oggetti, di colore nero lucido, i quali essendo in materiale deperibile andranno nel corso dei prossimi mesi scomparendo. È questa una drammatizzazione del tema pertinente il senso profondo dell'opera.
Gli autori hanno inteso mostrare il disfarsi dei protagonisti, i naufraghi di ogni tempo, scomparsi in mare. Punto di partenza della ricerca che Marino e Lanzetta propongono è il noto" Cratere del naufragio" del Museo ischitano di Pithecusa, ospitato presso la Villa Rizzoli nel Comune di Lacco Ameno. Le terribili immagini dell'antico vaso, datato duemila settecento anni, sono lo slancio per un ripensamento nella modernità, di un tema non riducibile: il viaggio e il naufragare.