La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli e gli Incontri Internazionali d'Arte dedicano ad Antonio Biasiucci la mostra dal titolo "3/3 Sacrificio Tumulto Costellazioni", che dopo la tappa napoletana verrà ospitata alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi.
La mostra intende ripercorrere il percorso creativo e interiore di uno dei più originali ed interessanti fotografi della scena artistica napoletana e internazionale, dalle ricerche di carattere antropologico dei primi anni Ottanta e dalla riscoperta del mondo contadino, all'esplorazione delle periferie urbane e alla documentazione dei Vulcani attivi in Italia, fino all'indagine sulle proprie radici, sulla memoria collettiva e personale, sul mistero dell'esistenza e della realtà.
"3/3", il titolo scelto da Biasiucci, allude alla partitura concettuale dell'esposizione intorno a tre dei temi cardine della sua ricerca e delle Serie realizzate a partire dagli anni Ottanta attraverso un processo di progressiva riduzione e semplificazione dell'immagine, di sua reiterazione e reinvenzione in relazione al contesto e allo spazio che la ospita.
L'inizio e la fine, la vita e la morte, la luce e l'ombra, l'origine e la catastrofe, il dono e il sacrificio, sono i temi che permeano la poetica di Biasiucci, e che attraverso le Serie Vapori (1982-87), Magma (1998), Madri (1995-2002), Vacche (2000), Res (2004), Ex voto (2006-2007), Volti (2006-2010), Pani (2012), si cristallizzano in frammenti di immagini sospese nello spazio e nel tempo, tra visibile e invisibile, tra forme e informe, sorta di simboli archetipici e ancestrali che ci riportano all'origine della nostra cultura, al mistero dell'esistenza e della realtà.
E se negli Ex voto l'oggetto diviene metafora del timore e della speranza, di un aldilà che può essere solo intuito e invocato, nel più recente lavoro di Biasiucci, Lastre, una serie di ritratti recentemente riemersi e risalenti all'attività del padre, fotografo professionista a Dragoni, il volto si impone come presenza concreta, tangibile, metafora della vita e del suo eterno ritorno.
Un percorso nelle viscere della natura e dell'anima, una immersione fisica e mentale nella luce e nelle tenebre della realtà è quella che ci propone Biasiucci attraverso un allestimento "scenico" da lui stesso pensato insieme a Giovanni Francesco Frascino per gli spazi di Villa Pignatelli, memore dell'esperienza teatrale di Antonio Neiwiller, conosciuto nel 1987 a Napoli.
Un percorso in cui il vero protagonista sembra essere lo sguardo, o meglio " l'altro sguardo" - come lo definiva il drammaturgo - "lo sguardo dei poeti, lo sguardo degli artisti", che nasce dall'urgenza di "guardare oltre le macerie, oltre la barbarie, oltre la guerra delle armi e delle coscienze". Uno sguardo che scava nella coltre spessa della realtà, per restituircene l'essenza più profonda e vera.