La Mehari è l'auto sulla quale Giancarlo Siani è stato ucciso, il 23 settembre 1985, a Napoli. Era un giornalista-giornalista. Uno che faceva solo il suo mestiere: raccontava la verità. In Italia negli ultimi 50 anni sono stati uccisi 26 tra giornalisti e operatori dell'informazione. Senza dimenticare le migliaia di vittime innocenti di mafie, terrorismo e criminalità con il caso emblematico della Campania che ne conta oltre 300. Trovarsi maledettamente nel posto sbagliato al momento sbagliato. Come se la colpa di restare colpito da un proiettile vagante, da un ordigno, da un altro accidente sia dovuto al destino o al fato. |
La Mehari giungerà a fine staffetta presso la sede del quotidiano "il Mattino" e porterà con se le storie di altre vittime, storie di sofferenze e di riscatto che Giancarlo avrebbe raccontato e che noi vogliamo raccontare oggi insieme a lui e insieme ai tanti che ci hanno accompagnato in tutti questi anni. La Mehari arricchita di tante storie viene accolta nella sede del giornale di Giancarlo dando inizio al "Premio Giancarlo Siani", qui stazionerà per quattro giorni nei locali dove un tempo erano installate le rotative per la stampa del giornale. Dal 24 al 26 settembre, tre mattinate dedicate agli studenti che guidati da giornalisti e figure istituzionali all'ombra della Mehari discuteranno del "Mestiere di giornalista e di libertà di stampa". |
"In viaggio con la Mehari" dal 27 settembre al 15 ottobre al PAN
Dalla sede de "Il Mattino" riparte il viaggio della Mehari, fermandosi al PAN per narrare la storia-simbolo di Giancarlo ed inaugurare una serie di eventi ed incontri sui temi della libertà di stampa e delle vittime innocenti della criminalità.
Nella pellicola Fortapàsc la Mehari diventa un'auto evocativa, un potente simbolo della memoria che oltre a far rivivere la storia tragica di Giancarlo la trasforma in storia collettiva che appartiene a tutti; vedere, toccare quell'auto, conoscerne la storia, seguirne i percorsi è una straordinaria porta d'accesso sensoriale e di coscienza. Prima della realizzazione dello stesso film del regista Marco Risi - rievocativo dell'impegno e della vita del giovane cronista napoletano impegnato con il quotidiano "Il Mattino", per una serie di coincidenze, la Mehari di Giancarlo è stata ritrovata in Sicilia. Era stata acquistata ad un'asta giudiziaria e lasciata in una campagna con tanto di terriccio e galline. E' bastata riverniciarla, cambiare candele, batteria e olio al motore per rimetterla in moto. A volte il destino è un po' come il vento trascina.
Quell'auto è destinata a diventare monumento della memoria. La famiglia di Giancarlo Siani, nella profonda convinzione che il nome, il sacrificio e la memoria di Giancarlo Siani appartenga alla comunità, ha dato il consenso alla realizzazione di una installazione artistica dell'autovettura alla Rotonda Caldieri nel quartiere Vomero dove sarà inglobata in una Stele. |