L'UE ha l'"obbligo morale" di aiutare i paesi colpiti dal virus Ebola, ha dichiarato Tonio Borg, Commissario alla Salute, durante uno scambio di opinioni con i membri della commissione all'Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare sulla crisi Ebola in Sud-Africa, mercoledì 3 settembre. "Più riusciremo a contenere l'epidemia, e meno ci sarà il rischio per la malattia di raggiungere l'Europa", ha sottolineato.
"Il rischio che questa malattia arrivi in Europa rimane bassa", ha detto Tonio Borg. I motivi principali rimangono il tipo di infezione, le norme igieniche in UE e la preparazione degli Stati membri a dei casi potenziali. L'UE è pronta, ma deve restare vigile, ha aggiunto.
È fondamentale sostenere i paesi colpiti "perché altrimenti rischieremmo una catastrofe enorme", ha dichiarato il deputato tedesco di centro destra Peter Liese.
"L'Europa deve sostenere ed intervenire: abbiamo quindi bisogno di risorse", ha detto il deputato tedesco di centro sinistra Matthias Groote.
Il Commissario Borg ha annunciato che la Commissione prevede di aumentare i finanziamenti spostando una buona parte dei fondi disponibili per lo sviluppo all'assistenza umanitaria. L'UE ha stanziato 11.900.000 euro in aiuti umanitari per l'epidemia dal personale esperto nel marzo 2014. La Commissione europea ha anche messo a disposizione delle infrastrutture e del personale specializzato.
Alcuni deputati hanno sottolineato la necessità di sostenere il finanziamento della ricerca. Gli studi sul vaccino del virus Ebola sono attualmente in corso all'Università di Oxford (che sarà sperimentato sull'uomo nei prossimi giorni) e la deputata liberale inglese Catherine Bearder, ha ricordato che questa ricerca "è stata possibile solo perché l'istituto ha ricevuto i finanziamenti europei".
Tonio Borg ha sottolineato che il divieto di volo può aggravare il problema. Infatti l'assistenza umanitaria e il personale non sono in grado di raggiungere le aree interessate. "Abbiamo bisogno di isolare la malattia, non i paesi", ha detto.
L'epidemia di Ebola in Africa occidentale è la più grande in termini di casi, morti e copertura geografica mai registrata. Fino al 26 agosto 2014 ha causato più di 3000 casi e 1552 decessi.