Con il progetto di Servizio Civile "Strada Facendo", realizzato dal 3 marzo 2014 al 2 marzo 2015, il Comune di Napoli ha impegnato 44 volontari in attività di supporto ai percorsi di reinserimento sociale delle persone senza dimora, concorrendo a intercettarne le situazioni di bisogno e/o di forte disagio ancora sommerse. Il progetto ha puntato a creare una prospettiva futura di inclusione, in particolare attraverso un "aggancio" precoce, un potenziamento dei percorsi personalizzati, un monitoraggio costantemente aggiornato del fenomeno dell'homelessness, nonché un'azione di sensibilizzazione sociale sul fenomeno dei senza dimora rivolta alla Cittadinanza. Altro obiettivo è stato il monitoraggio e la mappatura dei servizi esistenti a Napoli, finalizzati a creazione di una Banca dati unica della "Rete Emergenze sociali". Ad occuparsi di quest'ultimo punto è stato un gruppo di volontari assegnati alla sede comunale di via Tommasi, 19, che ospita la Direzione Centrale Welfare e Servizi Educativi: Carmela Di Napoli, Carmela Di Ruocco, Concetta Esposito, Marco Mirabile, Benigno Pizzuto, Antonio Rossi, Maria Zazzaro.
Dalla loro attività è scaturito un quadro aggiornato della rete a sostegno dei senza dimora, frutto di un lavoro di interviste e di raccolta dati, che si è andato a integrare con le iniziative sviluppate dagli altri gruppi di volontari, per il raggiungimento dei diversi obiettivi del progetto. Tale mappatura può rappresentare un'attività complementare a futuri progetti di servizio civile e non solo, al fine di potenziare l'interconnessione e la cooperazione tra le varie realtà che hanno a cuore il benessere e l'autonomia delle persone senza dimora. Inoltre, la fase di contatto diretto con gli enti attraverso esperienze "sul campo" presso strutture come Casa Crescenzio, UMPIS (Unità mobile di strada), il Centro di Prima Accoglienza ed il Centro di Coordinamento "Salvatore Buglione", ha permesso ai 44 volontari di individuare un profilo dell'utente medio dei servizi e di sollecitare interrogativi sui bisogni insoddisfatti e su nuove emergenze, attraverso testimonianze concrete date dall'incontro toccante, talvolta scioccante, con la realtà dei senza dimora.
Cosa è emerso
Sapevate che a Napoli una persona senza dimora può morire di freddo, ma mai di fame? E che gli enti ecclesiastici garantiscono più del doppio dei servizi offerti? Equamente divise tra sorpresa e perplessità, le riflessioni dei volontari hanno riguardato la possibilità di superare l'assistenzialismo per attivare l'offerta di interventi a supporto dell'autonomia degli utenti, la presenza e la diffusione di un paradigma di rete nell'approccio alle problematiche presentate da questa fascia della popolazione e le differenze tra servizi formali ed informali rivolti alle persone senza dimora.