Bisogni, desideri, saperi sono le tre parole che hanno accompagnato questo percorso, iniziato nel 2014 e che si possano leggere scorrendo da sinistra a destra e viceversa, in quella circolarità che le contiene e ne fa da sfondo, che è la cura di sé e la cura del mondo.
Tema troppe volte considerato appannaggio delle donne da una cultura maschile, che ne riconosce il valore morale e sociale come un destino a cui la "natura femminile" le avrebbe consegnate.
La relazione affettiva, l'accudire l'altro, il sacrificio di sé compongono l'immagine simbolica della femminilità tratteggiandone i confini nell'espressione della cura. Noi abbiamo voluto infrangerli, senza rinnegarne la valenza politica, anzi per rilanciarla, proponendo la cura come una funzione di lotta che rompe i codici linguistici e semantici per introdurre nel discorso e nelle pratiche una modalità diversa dell'agire politico. Prendersi cura di sé per le donne è il primo passo verso il distacco e la separazione da ciò che si è interiorizzato come legge, è l'apertura di uno spazio che interroga il proprio desiderio e lo sottrae alle proiezioni dell'altro.
Domandarsi di sé, del proprio tempo, del governo e della cura del corpo significa spogliarsi di un'identità subita e solo fittiziamente voluta, ma significa anche venire al mondo con la voce di una donna che dà forma al proprio desiderio.
Un compito verso se stesse, che inaugura un modo diverso di stare al mondo, dove la capacità di autodeterminazione sottrae al giudizio e libera quelle potenzialità che tante volte rimangono soffocate dalla paura del confronto e dal senso di inadeguatezza.
Uscire dall'invisibilità e riconoscersi come portatrici di saperi e di pratiche in grado di modificare le relazioni familiari e sociali è stato il progetto ispiratore di questo marzo donna che proseguirà fino all'inizio di maggio con un programma molto ricco di eventi proposti dalle Municipalità, dalle associazioni e da singole donne, a cui si aggiungono anche numerosi spettacoli teatrali, laboratori, presentazioni di libri, convegni, visite guidate, insomma un incredibile panorama di attività che le donne di Napoli hanno voluto offrire alla città. Un'esperienza corale che riattiva energie e testimonia dell'impegno e della passione che tante donne, nonostante i disagi e le difficoltà quotidiane, impiegano per prendersi cura della vita.
A loro è dedicata l'immagine di Penelope al telaio di Octavia Monaco, che anche quest'anno ci ha generosamente permesso di utilizzare per il manifesto. Un'immagine che per noi non rappresenta attesa e rassegnazione, ma che, nel gesto di tessere e disfare la tela, rompe la logica della produzione e del profitto, apre ad un'altra modalità di vivere il tempo e le relazioni, una forma di resistenza e di lotta contro la logica opportunistica e clientelare dello scambio e del mercato.
Simona Marino
Consigliera delegata alle Pari Opportunità
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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