Può un luogo, un posto, un locale essere stato uno dei "centri" di quella che fu una delle stagioni più esaltanti e produttive della recente storia culturale napoletana? Ebbene sì! L'Officina post industrale Diamond Dogs (dal titolo dell'arci nota canzone di David Bowie) ha rappresentato tutto questo.
In una Napoli post terremoto, dominata dall'opprimente potere demosocialista un gruppo di giovani "eroi" scopre, trasforma ed inaugura (era l'11 giugno 1984) nelle viscere della città, al Cavone, il posto che per molti anni segnerà una tappa obbligata per tutti quelli, ed erano veramente tanti, che volevano Vivere... vivere tutto, di tutto ed a qualunque costo.
Musica a palla, fumo, alcol, sudore, semioscurità, internazionalità, band che venivano a suonare dall'Europa, da oltreoceano o band italiane o cittadine che trovavano su quel palco la magia di notti folli...musicisti pittori, fotografi, scrittori, intellettuali, giornalisti lì si incontravano, si scontravano ...da lì tante, tante idee sono sbocciate ed hanno preso vita; DJ (alcuni già mito ed altri che lo sarebbero diventato) che alloggiati dentro la cabina di un vecchio furgone Mercedes (quanta fatica per tagliarlo e collocarlo vero Salvio & C?) facevano conoscere e ballare fino all'alba le musiche belle ed esaltanti di quegli anni, popoli rock e punk tutti insieme mischiati in una bolgia dove tutto poteva accadere...dove tutto accadeva... (che differenza con l "nightclubbing" strafigo e disperato di oggi fatto di smartphone con il quale messaggiare la ragazza/o che ti sta seduta/o di fronte).
E allora nasce da un idea, dal cuore di Salvio Cusano - che adesso se la ride di noi ne sono certo in quel suo modo gentile - questa mostra che inaugurerà nei saloni del PAN il 14 marzo alle 17.00 e che vuole provare a raccontare tutto quello che era il DD attraverso le fotografie di Toty Ruggieri, i video di Antonio M. G. Piccolo, le opere di Lucia Gangheri, Enzo Palumbo e Michelangelo Riemma, le tracce delle performance di Salvatore Cantalupo oltre le locandine dei concerti e degli eventi dei party oltre a documenti del collettivo creativo del DD che sognò e segnò un'altra Napoli. I visitatori speriamo tanti giovani soprattutto) potranno anche trovare un bellissimo catalogo che aiuterà ancora meglio a capire cosa è stato davvero il DD con i contributi scritti di: Nino Daniele, Federico Vacalebre Antonio Tricomi, Luigi Caramiello, Jean Digne, Sergio Maglietta, Dario Jacobelli, Paolo Pontoniere, Gianni Montesano, Marialuisa Santella.