Il Bénin è l'Africa non violenta, ma povera e malata.
È l'Africa bambina, ingenua e derubata.
Si inaugura lunedì 7 dicembre, alle ore 17.00, al PAN Palazzo delle Arti di Napoli
(via dei Mille 60) la mostra fotografica "Enfance au Bénin" di Giovanni de Giovanni che documenta con amorevolezza e lucidità il viaggio compiuto in Africa, tra Bénin e Togo, insieme al fratello Roberto: l'uno intento a fotografare, l'altro impegnato a imparare la futura professione di medico.
Venerdì 11dicembre, alle 17.15, verrà presentato il libro, dal titolo omonimo, con le
fotografie di Giovanni di Giovanni e gli interventi di Maurizio de Giovanni, Monsignor
Gennaro Matino e Roberto Pennisi di Mosi Cical Onlus.
Interverranno Giovanni de Giovanni, Maurizio de Giovanni, Monsignor Gennaro Matino e Simonetta De Chiara Ruffo.
«Da sempre appassionato di fotografia ho avuto nell'incontro con Sergio Siano e Roberto Stella, docenti del corso di fotografia di base e fotoreportage dell'associazione UpNea, l'incontro che ha fatto esplodere questo interesse. Alla festa di laurea (in ingegneria aerospaziale) mi è stata regalata una macchina professionale e
ho cominciato a pensare di sviluppare un progetto fotografico. L'occasione si è presentata quando mio fratello Roberto ha conosciuto il dottore Pennisi dell'associazione Mosi Cicala Onlus. Da 15 anni il dottore organizza spedizioni a scopo umanitario in Bénin, centro Africa, dove con volontari medici e studenti di medicina coopera con l'ordine di suore camilliane del posto. Quando mio fratello mi ha detto che sarebbe andato, ho subito voluto incontrare il dottore per chiedere se ci potesse essere spazio per un fotografo. Ci fu subito sintonia e condivisione d'intenti, quindi decisi di organizzarmi e partire.
Anche quando fui assunto dall'azienda per cui attualmente lavoro, e seppi di dover prendere servizio la prima settimana di giugno, chiesi di poter iniziare a settembre
proprio per non perdere la possibilità di andare in Africa. Fu un rischio, dato che si parlava del mio primo impiego da neolaureato, ma si dimostrarono comprensivi per quella che era diventata una vera e propria esigenza.
Partimmo il 24 luglio per un viaggio di due settimane tra Bénin e Togo, io, mio fratello col dottore Pennisi e altri splendidi compagni di viaggio: il medico Stefania Gatto, gli
studenti in Medicina Margherita Medugno e Paolo Borrelli e la giornalista Francesca Cimmino. Delle due settimane non vorrei parlare, spero lo facciano le foto. Ma, pure per un viaggiatore seriale come me, che è stato dalla Cina agli USA, questa ha rappresentato l'esperienza più sconvolgente ed arricchente che abbia vissuto. Tanto da rendere un inferno riaprire quelle immagini per svilupparle. Il Bénin è l'Africa non violenta, ma povera e malata. Si tratta dell'Africa bambina, ingenua e derubata».