A partire da venerdì 22 gennaio il PAN | Palazzo delle Arti Napoli ospita la mostra dopo Il finito del maestro Antonio Siciliano. L'iniziativa, realizzata dal Comune di Napoli e patrocinata dall'Accademia di Belle Arti di Napoli nasce con l'obiettivo di dare visibilità
ad uno dei grandi maestri delle Arti Visive campane.
La mostra a cura di Giovanna Cassese, presenta la produzione artistica più recente, dal 2010 in poi, frutto di una ricerca espressiva dal segno fortemente personale e ricca di una storia artistica lunga che ha le sue radici nel periodo degli anni Cinquanta del Novecento, dove ancora studente è stato protagonista assiduo in rassegne locali e nazionali.
Antonio Siciliano può considerarsi tra le presenze di maggiore spicco della vita artistica sia dell'Accademia che dell'intero territorio partenopeo, la sua carriera di artista va pertanto letta in parallelo con la sua figura di Maestro presente alle diverse stagioni della vita artistica partenopea, dall'elaborazione del linguaggio pittorico appreso da Emilio Notte e allo studio delle Avanguardie, passando poi per l'Informale, l'arte sociale degli anni Settanta e il cosiddetto ritorno alla pittura negli anni Ottanta.
Gli ultimi lavori, oggetto della mostra, confermano le sue grandi capacità di sperimentare, senza mai uscire dal solco della pittura: a differenza di altri partenopei suoi coetanei Siciliano è poco affascinato da materiali extra-artistici e la sua ricerca resta tutta dentro la pittura, la scalfisce dall'interno. Dopo il finito è pertanto un ciclo di opere dal titolo emblematico ed enigmatico, poiché segna la volontà di varcare una soglia, l'aspirazione a scoprire cosa c'è oltre il confine e a riferirsi a dimensioni più vaste, come una sorta di cosmogonia della pittura: segna e marca il superamento di rigidi confini e spazi delimitati di pensiero e di stile e si apre a dimensioni spazio-temporali altre, complesse ed inquietanti. Dalle tele traspare la grande libertà dell'artista di prendere spunto dai suoi ricordi, dalla sua terra, dalle reminiscenze dei suoi studi, dai suoi filosofi amati e ricomporre il tutto in un suo mondo più complesso. In alcune opere come in Anche io con voi sperimenta anche l'inclusione nella materia pittorica di frammenti per lo più vitrei e parti di specchio, che danno luce e sono chiari inviti alla curiosità di guardarsi dentro. Spezza la superficie con lastre di plexiglass inserite per "raffreddare" la materia pittorica, per creare un diaframma, e addirittura in Io sonooo e vado arriva a incorniciare un quadrato di plexiglass con un metro vero e proprio: simbolicamente è chiaro che il pittore misura la pittura, la delimita, la studia nei suoi vari effetti e differenti aspetti. Siciliano trasforma il quadro in oggetto complesso, un libro/dipinto che si apre, si chiude e si schiude su un altro quadro, una superficie rugosa di plastiche nere, simbolo del caos finale e cariche di echi di Alberto Burri.