A Strasburgo, oggi 13 dicembre, le finaliste Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar, attiviste per i diritti della comunità yazidi in Iraq, hanno ricevuto nel corso di una cerimonia solenne il Premio Sacharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero.
Nadia Murad e Lamiya Aji Bashar «con le violenze subite sulla loro pelle sono un incoraggiamento ed un simbolo per noi a non aver paura» dell'Isis e del terrorismo. Così il Presidente del Parlamento UE Martin Schulz ha salutato oggi l'assegnazione del Premio Sakharov alle due attiviste yazide. «Non dobbiamo mai aver paura, la paura è la cattiva risposta agli attacchi» ha detto ancora Schulz, osservando che «mai dobbiamo permettere una strategia di intimidazione».
Nadia e Lamiya provengono da Kocho, uno dei villaggi iracheni vicino Sinjar distrutto dalle truppe dell'Isis nell'estate del 2014 e da cui fuggirono insieme a duecentomila membri della loro comunità. Insieme a cinquemila ragazze yazide, furono rapite e costrette a subire ogni genere di vessazioni sessuali da parte degli uomini del cosiddetto «califfato». Dopo alcuni mesi di prigionia sono riuscite a fuggire.
Tra i candidati finali al premio figuravano Can Dündar, ex redattore capo del quotidiano turco Cumhuriyet, e Mustafa Abdülcemil Qırımoğlu, ex Presidente del Mejlis del Popolo Tataro di Crimea, ex dissidente sovietico e deputato ucraino. Entrambi presenti alla cerimonia di premiazione.
Il Premio Sacharov, istituito nel 1988 in onore dello scienziato e attivista per i diritti umani Andrej Sacharov, il Premio Sacharov per la libertà di pensiero rappresenta il massimo riconoscimento assegnato dall'UE agli sforzi compiuti nell'ambito della difesa dei diritti umani.
Come afferma Nelson Mandela, vincitore del primo premio Sacharov, "ciò che conta nella vita non è il semplice fatto di aver vissuto. E' la differenza che abbiamo fatto nella vita degli altri".