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"Arrivi e partenze" di Marianna Sannino
Dal 1 al 13 febbraio al PAN
Secondo quanto esposto da Jacques Derrida con la metafora della cartolina postale, quando questa viene scritta e poi spedita, il testo ad essa affidato parte per una destinazione.
Possiamo quindi immaginare i luoghi che essa percorre prima della consegna, essere letta la svuota della sua missione, le consegna la sua fine. Per il filosofo, la riflessione sincera non cede ai pregiudizi, alle teorie immutabili, coltiva il dubbio. Non cerca di definire alcuna realtà come stabile, poiché ancorarsi alle sicurezze andrebbe contro la realtà stessa, mutevole nello svolgersi della storia. Essa non si presta ad un senso definitivo.
Nel lavoro di Marianna Sannino tutto è sospeso nel viaggio, i concetti, le idee, tutto è affidato al destino, il più sconosciuto dei destinatari.
Nelle sue opere si legge un chiaro riferimento al primo francobollo emesso in assoluto, il Penny Black con l'effigie della regina Vittoria.
Il presente e il passato qui si fondono, ne consegue un'immagine sempre uguale, ma sempre diversa dell'esistenza. La nostra vita oscilla tra l'essere mittente e destinatario al tempo stesso.
Forte è il ritorno del contatto, del segno di chi c'è stato. Un emozione che si scorge nella trama di carte intelate, come nella parola scritta. L'installazione vive nel ferro, nella sabbia, nei cartoni, nell' inchiostro, è tutto fragile evanescente come la vita.
Ci ritroviamo sempre al punto di partenza, coscienti di dove siamo arrivati.
Il suo ultimo progetto è frutto di una ricerca sugli affetti, ricordi della casa dei suoi nonni e di ciò che ne resta qualche oggetto e alcune foto. In ARRIVI E PARTENZE, la cassetta della posta diventa contenitore degli affetti, di parole raccolte; la distanza diventa percorso obbligato; la felicità, l'unica certezza. L'unica spinta in un mondo verticale, territorio e terra, polvere e stelle.
Marianna Sannino vive e lavora a Napoli