In città giungevano echi dell'avanzata delle truppe anglo-americane e gli occupanti tedeschi, in attesa di ritirarsi verso il nord, affermavano il dominio sulla città con il terrore e organizzando la deportazione degli uomini abili al lavoro. La misura era ormai colma, nel settembre del '43.
Tra i cittadini si diffuse una spontanea ed incontrollata volontà di ribellione e, all'alba del 28, iniziò l'insurrezione popolare di cui i primi segni si erano già avuti la sera precedente.
Quattro giorni di lotta aspra che ebbe come teatro tutta la città, dalle colline del Vomero al centro storico, da Capodimonte alla Ferrovia. Dovunque le truppe germaniche erano attaccate di sorpresa e con qualsiasi mezzo.
La rivolta fu inarrestabile nonostante i tedeschi provassero a contrastarla con la distruzione di case, alberghi, sedi istituzionali e finanche di navi ancorate nel porto.
Il 1° ottobre, appena fatto giorno, le truppe occupanti lasciarono la città non mancando di compiere ultime e inutili quanto vili rappresaglie. Durante le Quattro giornate si registrarono 168 vittime tra gli insorti, 140 caduti tra i civili, 19 vittime non identificate, 162 feriti e 75 invalidi permanenti.
Alla città di Napoli fu conferita la medaglia d'oro al valor militare e altre decorazioni furono per gli insorti: 4 medaglie d'oro al valor militare alla memoria, 6 medaglie d'argento e 3 medaglie di bronzo al valor militare.
Bernardo Leonardi
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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