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I quarant’anni di “Estate a Napoli” al Maschio Angioino. Un viaggio nella memoria della cultura partenopea
Il 18 luglio s’inaugura la mostra sulla politica dello spettacolo ai tempi di Valenzi. La mostra è visitabile fino al 29 settembre 2019 al Maschio Angioino
Il futuro ha un cuore antico. Potrebbe essere uno slogan, è invece il filo narrativo, tutto giocato sulla memoria, che caratterizza “Estate a Napoli 1979-2019.
La politica dello spettacolo ai tempi di Maurizio Valenzi”. Promossa e sostenuta dall'assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, curata da Maria Savarese, con la collaborazione di Gianni Pinto e organizzata dagli Editori Paparo, la mostra che inaugura a Castelnuovo nelle sale dell’Armeriae Vesevi giovedì 18 luglio alle ore 18.00 , e resterà aperta al pubblico fino al 29 settembre.
L’anno 1979 è stato un punto di partenza per la politica culturale in città e nella regione. L’esperienza della politica dello spettacolo realizzata dal sindaco Valenzi rappresenta una sorta di start up, un momento di cui – da allora in poi - si è sempre dovuto tener conto. E’ una pietra di paragone che ha costruito un senso di comunità e ha abolito le vecchie gerarchie sociali e territoriali. In quegli anni si contrapponevano ancora i vecchi concetti di cultura alta e bassa, lì dove si riteneva che tutto ciò che fosse ‘effimero’ rappresentasse una parte lontana dai bisogni strutturali di cui si pensava la cultura avesse bisogno.
Quarant’anni dopo quel format è ancora vivo e attuale e, come scrive l’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli Nino Daniele: “ Quelle modalità di promozione della cultura, di svolgimento della festa, di valorizzazione degli spazi storici e monumentali, delinearono una visione progressiva della identità e del cum-vivere delle città dalle quali non si è più potuto tornare indietro, e ogni volta che si è provato a farlo si è avvertito un vuoto di senso e un impoverimento”.
L’esposizione - che ha il patrocinio morale della Fondazione “Maurizio Valenzi” - racconta la storia di quegli anni attraverso documenti e fotografie inedite, tratte dagli archivi dei fotografi coinvolti in prima persona durante gli eventi. A selezionarli la curatrice Maria Savarese che scrive: “Estate a Napoli si rivelò subito come il primo Rinascimento napoletano, nonostante la giunta, fra l’altro minoritaria, operasse in anni difficili: delinquenza comune, Brigate Rosse e terrorismo, il devastante terremoto del novembre 1980, carenza di strutture teatrali”.
Per raccontare quell’esperienza indimenticabile fatta di centinaia di iniziative e di presenze fondanti come quelle di Eduardo De Filippo, Pino Daniele, Gruppo della Rocca, Els Comediants, Maurizio Scaparro, Roberto De Simone, Lindsay Kemp e tante altre, la curatrice ha lavorato su una memoria viva fatta di manifesti, inviti, locandine, programmi, articoli di giornale, corrispondenze, libri, forniti da Gianni Pinto, allora capo della segreteria politica di Maurizio Valenzi, nonché consigliere comunale e coordinatore di ''Estate a Napoli'', e ha utilizzato gli archivi di alcuni fotografi napoletani, Luciano D’Alessandro, Fabio Donato, Luciano Ferrara, Gianni Fiorito, Agenzia Pressphoto.
Nel percorso espositivo c’è un inedito ritratto di Luciano D’Alessandro che ritrae Maurizio Valenzi del 1976 in procinto di realizzare un ritratto, attorniato da una platea di persone incuriosite.
Gli scatti forniti dall’agenzia Pressphoto sintetizzano il rapporto tra il Maschio Angioino e il pubblico, tra il 1980 e il 1981, in cinque momenti che raccontano la grande partecipazione popolare a quegli eventi. Le foto di Luciano Ferrara invece sono la testimonianza di grandi performance, quelle di Leo de Berardinis, Toni Servillo, Pino Daniele, Ray Charles, Rolling Stones, Sergio Bruni, Allen Ginsberg, Balletto Nazionale di Cuba, Renato Carpentieri, la Ragnatela di Donato Sartori e Lindsay Kemp.
La sezione dedicata a Fabio Donato unisce l'entusiasmo del pubblico e gli artisti ospiti, fra cui Marcel Marceau, Lindsay Kemp, Mel Brooks, Severino Gazzelloni, Eduardo De Filippo, La Nuova Compagnia di Canto Popolare, il Piccolo Teatro di Milano, Teatroggi di Bruno Cirino, Roberto De Simone, solo per citarne alcuni.
Negli scatti di Gianni Fiorito rivivono momenti di alcuni spettacoli al Maschio Angioino, a Villa Pignatelli, a Castel Sant’Elmo, sede di una rara versione di “Otello” curata da Falso Movimento di Mario Martone.
Info: assessorato.cultura@comune.napoli.it