Inaugura sabato 14 settembre negli spazi espositivi di
Castel dell’Ovo, la mostra “
Biopics3 – The End”; l’originale progetto artistico del pittore ed illustratore modenese Fabio Govoni dedicato al cinema biografico. A far rivivere i grandi personaggi dell’umanità nei volti presi in prestito dai divi del cinema, circa 50 opere uniche realizzate su tela e pregiata carta a mano d’ Amalfi “Amatruda”; omaggio a quel cinema biografico (biographical picture; “BioPics”appunto), che in maniera più o meno romanzesca, ha saputo narrare vicende, amori, sentimenti e curiosità di personaggi che la storia, la politica, la musica, lo sport, la pittura e molto altro, hanno reso celebri ed immortali.
Pellicole divenute
cult, che hanno regalato prestigiosi premi e successo ai loro interpreti, grazie alla capacità con cui sono riusciti a trasmettere al pubblico l’ampio ventaglio di sentimenti ed emozioni alla base di vite così straordinarie. Interpretazioni tanto eloquenti, non solo da rientrare di diritto nella storia del cinema, ma addirittura fondersi, e spesso confondersi, con la realtà stessa, in un sottile gioco di parti che è essenza stessa di questo singolare progetto. Un moderno
“trompe l’oeil” testimoniato anche dai titoli delle opere, nei quali convivono il nome del personaggio e quello dell’ interprete. Nascono così, ad esempio, opere come: "Ernesto Del Toro", raffigurante Benicio Del Toro nei panni di Ernesto Guevara nella pellicola "Che”, o di “Pablo Hopkins”, in cui uno straordinario Anthony Hopkins è alle prese con l’istrionico artista catalano nel film “Surviving Picasso” del 1996. Una entusiasmante galleria di volti rubati alla celluloide che suggerisce tuttavia più livelli di lettura: da quella più immediatamente legata alla mimesi del personaggio; ad una più orientata a sollecitare l’ approfondimento della personalità ritratta al di là del mito cinematografico, sfruttando l’accesso facilitato alle informazioni offerte da internet, ma sollevando, al contempo, inediti dilemmi di fronte alla realtà tecnologica.
Tematiche queste ultime, che si evincono soprattutto negli inediti lavori realizzati per questa mostra napoletana, la cui maggiore libertà espressiva chiude la lunga parabola analitica di un progetto avviato nel 2012 ed evolutosi nel corso delle successive edizioni.
Diventano pertanto emblematiche di “BioPics3 – The End” le varie versioni proposte di “Freddie Malek”, dove un esordiente Rami Malek riesce ad immedesimarsi talmente a fondo nel suo personaggio, da valicare l’inespugnabile iconicità del frontman dei Queen, restituendoci un talento introverso, fragile e in conflitto con se stesso, che Govoni, immaginandolo catapultato nei giorni nostri, raffigura intento a cancellare il suo profilo social per non lasciare traccia della sua vera identità. Constatazione di come il nostro modo di vivere ci stia cambiando non solo mentalmente, ma anche biologicamente.
Una evidente riflessione sul rapporto tra reale e virtuale, due concetti spesso considerati contrapposti, ma che, in una società informatizzata, sempre più si intersecano per trovare nuovi equilibri e ridefinizioni. Aspettative auspicate per scongiurare un futuro esasperato dalla tecnologia, dove, come nel “Silvio Servillo” ispirato a Futurama, gli uomini si trovino a convivere con robot e creature aliene che posseggono stessi vizi e virtù.
Una mostra-evento a cura di Nello Arionte che segue i successi già ottenuti a Modena, Milano, Genova, Firenze e Bologna e che Promuoviamoarte in collaborazione con l’Assessorato al Turismo e alla Cultura del Comune di Napoli è lieta di presentare a Castel dell’Ovo fino al 29 settembre ad ingresso gratuito, avvalendosi inoltre, dei contributi di approfondimento offerti da “Napoli Film Festival”(
www.napolifilmfestival.com ) e“DiscoDays” (
www.discodays.it ) che per l’occasione predisporranno una serie di proiezioni ed incontri con esperti del mondo del cinema e della musica.