Progetto fotografico
di Luciano Ferrara
Prodotto da
Associazione noos aps e tribunali138
Promosso e sostenuto
da
Assessorato alla
Cultura e al Turismo del Comune di Napoli
In occasione del quarantennale della ricorrenza del
terremoto del 23 novembre 1980, l’Associazione noos aps e tribunali138,
annunciano il progetto “SISMA80 - 23 novembre ore 19.34”, ideato dal
fotografo Luciano Ferrara, fotogiornalista freelance, promosso e
sostenuto dall'Assessorato alla Cultura e al turismo del Comune di Napoli.
L’iniziativa prevedeva la programmazione di
una mostra fotografica e la pubblicazione del catalogo-libro edito dalla casa
editrice Iod; a seguito
dell’evolversi dell’emergenza Covid-19 e delle conseguenti disposizioni
dell’ultimo DPCM la mostra è stata necessariamente rinviata ad altra data da
definire ma a partire dal 26 dicembre, fino a
gennaio, sempre alle 19.34, una versione on line divisa in 4 sezioni con video
promo degli autori sarà trasmessa in anteprima sulle pagine Facebook SISMA80 e
Novembre1980, sul sito web
www.lucianoferrara.it e sulla pagina istituzionale dell'assessorato alla Cultura e al
Turismo del Comune di Napoli
(
https://www.facebook.com/assessoratoallaculturaealturismodelcomunedinapoli).
Intanto il catalogo fotografico (a cura della Iod
Edizioni) uscirà in libreria questo mese e sarà possibile acquistarlo anche
online.
La mostra prevede tre sezioni: nella
prima sezione sono riportate delle elaborazioni grafiche su mappa,
sviluppate sui dati nazionali del terremoto, che nello specifico raccontano
l’intensità sulla scala Mercalli dei danni nei vari comuni colpiti e la
distribuzione dei feriti e dei morti nei comuni del “cratere”. La seconda e la
terza sezione permettono al visitatore virtuale di consultare le pagine del
Mattino che raccontarono gli eventi di quei giorni e di quelli a venire e ai
documenti delle autorità preposte alla gestione dell’emergenza. L'ultima
sezione rende possibile percorrere la mostra fotografica allestita digitalmente
su elaborazioni grafiche e architettoniche appositamente sviluppate per
un’esperienza museale quanto più dinamica e realistica possibile.
“Siamo pronti ad esporre questo nuovo intenso progetto che
dedichiamo alla nostra città e Regione
– dichiara il fotogiornalista Luciano Ferrara – un grande lavoro
corale che ci ha visti impegnati per vari mesi e che ora purtroppo a causa
degli incredibili e tragici eventi che stiamo vivendo non possiamo presentare
dal vivo. Ci auguriamo di condividere presto il nostro lavoro con il pubblico
per celebrare uno storico momento del nostro passato che ha profondamente
colpito non solo la nostra Regione ma l’Italia intera e che a quarant’anni di
distanza continua a mostrare le proprie ferite”.
“Sono nata nel 1988. Non
ho vissuto il terremoto dell’ottanta se non attraverso quei racconti dei familiari
e degli amici più grandi, ripetuti mille volte quasi come una filastrocca.
D’altronde chiunque si trovava in Campania quel tragico 23
novembre ricorda minuziosamente, anche a distanza di quarant’anni, cosa
stava facendo quando la terra tremò per quegli interminabili novanta secondi,
che scoccarono alle 19 e 34 e che cambiarono per sempre la storia di un’intera
ragione.
Una memoria collettiva
indelebile, che ha segnato nel profondo le aspettative, l’idea di futuro e di
sviluppo di una generazione. La generazione che aveva alle spalle un decennio
di controculture e di rivolta; quel decennio che ha scolpito, definito, segnato
le pieghe del volto del nostro paese, che ne ha mostrato il lato scabroso
del compromesso più vile, il lato più pavido della vendetta e quello più eroico
della conquista di diritti fondamentali per la vita democratica del nostro
paese.
In un certo senso, non
soltanto cronologico, gli anni settanta in Campania si chiudono con
il terremoto dell’ottanta. Vecchi e nuovi fantasmi
si affacciano sulla vita di una intera comunità, ferita e fragile.
Il terremoto è un fatto
che ha portato per anni con se’ non solo il dolore dei sopravvissuti tra le
macerie dei paesi sgretolati, ma l’ombra tetra e nera del malaffare e della
corruzione che, a partire da quel grande laboratorio che fu il “commissariato
straordinario”, ha trasformato nella nostra regione l’eccezione in norma e
l’emergenza in grande ed imperdibile occasione.
Un modello di deroga
alle norme ordinarie che è stato poi sistematicamente riprodotto per tutte le
catastrofi a venire, vere o artificiali. In Italia e non
solo. Per queste ragioni
abbiamo ritenuto di non potere ma soprattutto di non volere ridurre alle sole
celebrazioni istituzionali questo quarantennale, che pure accade in una
situazione di surreale e drammatica emergenza, ma di voler utilizzare la
ricorrenza come occasione di riflessione collettiva, pubblica, su come si
è trasformata la nostra città a partire dal sisma e su quali di queste
trasformazioni ne hanno inesorabilmente condizionato il tessuto sociale,
antropologico, economico e modificato ineluttabilmente il paesaggio
urbano.
Urgenza che avvertiamo
ancora più forte in questo momento storico, immersi come siamo in un globale
stato di emergenza e di eccezione e dunque ancor più interessati ad
approfondire, attraverso un racconto di testimonianze visive e di parole, come
dietro la possibilità di derogare alla legge e alla costituzione possa
nascondersi sempre una imperdibile occasione di profitto per la politica
corrotta, per l’imprenditoria criminale e per il malaffare” – dichiara l'Assessore
alla Cultura e al turismo del Comune di Napoli Eleonora de Majo.
“SISMA80” è un progetto realizzato con
il supporto di Stefano Cuntò, Federica Di Lorenzo, Sofia Ferraioli,
Graziella Portia, Livia Pacera, Giuseppe Sannino, Elio Di pace, Gix Musella, Project
Design collettivo Needle, Napoli.
La ricerca di immagini, le interviste ai fotografi, la
scansione delle foto analogiche e la ricostruzione degli eventi passati, con il
contributo di autorevoli storici e giornalisti, è il risultato di un lungo
lavoro, fatto con passione e tanta professionalità, al fine di presentare la
memoria di un evento naturale tragico, che ha segnato la vita delle popolazioni
di molti comuni campani e oltre.
Archivio Luciano D’alessandro Studio bibliografico Marini
Roma - Massimo Cacciapuoti –Toty Ruggieri - Annalisa Piromallo – Gianni Fiorito
– Fotosud Giacomo Di Laurenzio, Antonio Troncone, Mario Siano, Guglielmo
Esposito – Associazione Archivio Carbone – Pressphoto Franco Esse, Gaetano
Castanò, Franco Castanò – Mario Riccio – Giuseppe Avallone - Guido Giannini –
Pino guerra – Sergio Del Vecchio – Archivio fotografico Ferrara Luciano Ferrara
– Mimmo Jodice gli autori del progetto.
Le fotografie selezionate costituiscono un
contributo esclusivo dei fotografi e delle fotografe, autori e autrici di
testimonianze uniche e preziose che necessitano di essere riportate alla luce
per volgere nuovamente lo sguardo su una ferita non ancora rimarginata. Le voci
di chi allora fu chiamato a documentare con l’obiettivo, a distanza di 40 anni,
tremano oggi forse più di quelle mani che scattarono con la tragedia davanti,
come se dai fotografi fossero pronunciati più a caldo i ricordi di oggi,
piuttosto che le impressioni visive di allora, freneticamente depositate su
rullino fotografico. Se la responsabilità e l’etica del professionista non
avevano concesso alla persona dietro all’obiettivo di dare spazio allo
scoramento, oggi è all’emotività dei fotoreporter che si vuole restituire uno
spazio espressivo libero attraverso la registrazione dei loro racconti.
Il catalogo raccoglie oltre le fotografie, anche
le testimonianze di giornalisti e docenti che contribuiscono con un’analisi,
a volte lucida, a volte accorata, delle conseguenze della tragedia e delle
dinamiche sociali, politiche ed economiche che hanno interessato gli interventi
di soccorso e di ricostruzione: Pietro Gargano (giornalista), Francesco
Romanetti (giornalista), Isaia Sales (docente di Storia delle mafie,
Università Suor Orsola Benincasa, e saggista), Gabriella Gribaudi
(docente di Storia del Dipartimento di Scienze Sociali), Luciano Brancaccio
(professore Associato di Sociologia dei Fenomeni Politici, Dipartimento di
Scienze Sociali Università di Napoli Federico II), Laura Lieto (docente
di Urbanistica, si occupa di social housing e marginalità, Dipartimento di
Architettura della Federico II)
Il progetto SISMA80 si propone, quindi, attraverso le immagini e la
scrittura, una narrazione autentica a partire dai vissuti delle donne, degli
uomini e dei bambini, che hanno subito gli effetti di un evento naturale
devastante, che si è trasformato, sin dall’inizio, in una tragedia sociale,
economica e criminale, per le cattive scelte della politica, molto spesso
inadeguate e lontane dai reali bisogni delle popolazioni colpite. SISMA80 è la
testimonianza, oggi, in epoca della pandemia, del ruolo del fotogiornalismo
d’inchiesta sempre più utile e necessario per la democrazia e le condizioni di
vita di milioni di cittadini.