La mostra resterà esposta alla Cappella Palatina fino
all’1 marzo 2021
Da martedì 19 gennaio 2021, alla Cappella Palatina del Maschio Angioino
di Napoli, riapre la mostra d’arte fotografica di Assunta Saulle, “Luce 1”. L’esposizione a cura Carla Travierso, prodotta da Black
Tarantella e promossa dall'Assessorato
alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli sotto il matronato della Fondazione Donnaregina per le arti
contemporanee, nasce da un’idea di Andrea
Aragosa e si potrà visitare gratuitamente dal lunedì al sabato dalle ore 10
alle 17 fino al prossimo 1 marzo.
In mostra 40
opere di diversa dimensione e
formato tra fotografie, light box, stampe su plexiglass e fotoceramiche,
che nascono dal desiderio di stravolgere l’opacità delle figure, di
dominare la forma plastica e formulare un mondo in cui l’individuo esprime la
sua libertà attraverso la possibilità di diventare luce.
Affascinata
dagli ideali della fotografia futurista, Assunta Saulle inizia la sua
sperimentazione con l'idea di svincolarsi dalla costrizione prospettica della
macchina fotografica, dalle regole estetiche prevalenti nella nostra attuale
cultura, cercando nella fotografia una nuova indipendenza e il superamento
della traccia già percorsa per raggiungere risultati intensamente emozionali ed
onirici.
La mostra comprende
diverse immagini che appaiono dinamiche e lasciano scorgere all’osservatore la
traiettoria del gesto, attraverso gli echi luminescenti che colgono il soggetto
al limite del dissolvimento completo della forma. L’obiettivo di queste opere è quello di analizzare
la fugacità del tempo e di indagare la realtà oltre lo sguardo: se i corpi nello spazio si muovessero nel tempo dilatato emanando
luce, con una miriade di colori, vedremmo nuovi corpi nello stesso corpo, nuove
storie e nuovi richiami nella stessa rappresentazione.
Porre occhi gemma sulle figure è un espediente meditato per osservare
cosa accade oltre le orbite, una spinta oltre il tempo, spostando l’attenzione
dall’opacità del soggetto al suo movimento di luci che graffiano il buio,
insinuando una rilettura dei soggetti rilegati nella memoria del passato, ma
liberi di riapparire nell’universo contemporaneo.
L’atto artistico si concentra soprattutto sulla preparazione del
soggetto in movimento, infatti tutti gli scatti fotografici sono originali
creati con tempi espositivi lunghi e non sono ritoccati successivamente.
Gli esperimenti cronofotografici s’inseriscono in un panorama
sperimentale che parte dagli esperimenti Étienne-Jules Marey a quelli di
Eadweard Muybridge, passando dagli esperimenti futuristi di Anton Giulio
Bragaglia. Le tracce fenomenologico-digitali sono una volontà di restituire una
traccia esistenziale, psicologica del soggetto, un’impressione inconscia che
ribalta, deforma e dilata la temporalità per essere più aderenti
all’autenticità di un soffio antropomorfo, un fiato trasformato in immagine.
Attraverso la sperimentazione e la ricerca continua del fotodinamismo,
la composizione approda inevitabilmente a richiami iconografici della pittura
barocca e della pittura di inizio novecento, ma è anche densa di sollecitazioni
alla cinematografia.
La fotodinamica della Saulle non è riproduzione ma
azione, creazione, presupposti fondamentali per il rinnovamento continuo
dell'arte che non ambisce necessariamente all'eternità ma che vuole essere
riflessione per il presente.
www.blacktarantella.com