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Orizzonti di Attesa - Mostra di Michela Liberti
Dal 3 al 13 ottobre 2021, PAN | Palazzo delle Arti Napoli
In collaborazione con
l’Assessorato all’Istruzione alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli dal
3 al 13 ottobre 2021 al PAN Palazzo delle Arti di Napoli si terrà la mostra di
Michela Liberti Orizzonti di Attesa a cura di Giovanni Cardone e Testo Critico
di Rosario Pinto. Finissage mercoledì 13 ottobre 2021 ore 16:00 Sala Di Stefano.
In
questo percorso lo spazio della superficie pittorica diviene spazio mentale,
luogo arcano, concentrato, sintesi di segni e di senso, scaturisce
dall’immaginario dell’artista nelle sue opere si intravede un‘ Orizzonte di
Attese’. – come afferma Giovanni Cardone: l’artista lungo il suo percorso si è
posto una domanda, ‘Tutto può accadere’. Oppure tutto sta accadendo, in un tempo
sospeso, come un attimo prima dell’uragano. O un attimo dopo. Un istante che si
dilata a dismisura. Prima, fuori, oltre il Tempo. Lo spazio del quadro cattura,
condensa, sospende il Tempo. E tutto si fa Mito, gesto. segno, e pensiero. In
una società come la nostra come diceva il filosofo Bauman che ha focalizzato la
sua attenzione sul passaggio dalla modernità alla postmodernità, e le
questioni etiche relative. Ha paragonato il concetto di modernità e
postmodernità rispettivamente allo stato solido e liquido della
società.
Oggi che siamo venuti fuori da una dura ‘battaglia’ dove tutti siamo
stati in prima linea senza essere ‘richiamati’ , ecco che l’artista Michela
Liberti con la sua ‘arte’ vuole raccontare la ‘Rinascita’. Le opere di Michela
Liberti per la loro attualità trasmettono bellezza e pulizia. Per non
dimenticare inoltre la ricchezza dei particolari e la correttezza cromatica
delle opere, poi si nota la pazienza nel creare ma anche la poesia nel pensare,
ed infine la dolcezza nell’accostare alla stessa opera la propria tensione
interiore. Sì, è vero, sullo sfondo, c’è tutta la modernità dell’oggi
tumultuoso e veloce dove invece noi tutti avremmo tanto bisogno di concrete
pause per una seria riflessione interiore quanto mai personalissima. Ecco,
allora che Michela Liberti ce le offre lei stesso, queste riflessioni, con
tutta la sua disarmante poeticità. Ovviamente in silenzio, con grandi pause meditative
quelle che albergano negli animi più nobili e sensibili. Seppur in sordina si
avverte la disperazione della solitudine a cui siamo stati costretti ha vivere
un tempo sospeso, ma nel contempo era prepotente in noi il soffuso inno alla
vita, al moderno vivere che ci avvolge nel quotidiano.
Mentre Rosario Pinto
dice : Si potrebbe dover dire della sua pittura una predicazione piuttosto
‘astratto-nucleare’ che non ‘astratto-informale’, se non riuscisse, tutto
sommato, più conveniente – sul piano della narrazione storiografica – l’uso di
questa seconda specifica locuzione, entro la quale abbiamo già cercato di
perimetrare qualche altra esperienza creativa collocabile entro la stessa
lunghezza d’onda della nostra protagonista. Se potessimo essere ancor più puntuali
e precisi, dovremmo suggerire che si tratterà, nel caso della Liberti, di
invocare l’osservazione di una pratica piuttosto ‘criptonucleare’ che non
decisamente e pienamente ‘nucleare’, per la semplice ragione che l’esondazione
scioglievole del pigmento cui ella lascia libertà di spargimento non va mai a
superare in scavalcamento d’onda le condizioni di contenimento che la artista
sa diligentemente prevedere e disporre.