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Mostra fotografica "Marco Craig. Witness 1:1"
Prorogata fino al 27 agosto 2022, PAN | Palazzo delle Arti Napoli
La mostra è organizzata da VisionQuesT 4rosso –
Genova, in collaborazione con il Comune di Napoli.
Dal
12 giugno al 27 agosto 2022, il PAN|Palazzo
delle Arti di Napoli, in via dei Mille, ospiterà il grande progetto
fotografico di Marco Craig dal titolo Witness
1:1, a cura di Marina Guida.
Un nucleo di opere inedite esposte per la prima volta a Napoli del
fotografo milanese, tra i più apprezzati del momento, autore di servizi e
copertine per prestigiose riviste tra le quali: Wallpaper, Vogue, Elle, Vanity
Fair, Brutus Japan e molte altre.
Al
centro del percorso espositivo spicca una meticolosa indagine dell’artista alla
ricerca di tutti quegli oggetti o indumenti che siano stati a stretto contatto
fisico con atleti e sportivi, divenuti testimonianza di eventi memorabili e in
certi casi passati alla storia.
Il lavoro artistico di Craig lo porta ad incontrare collezionisti, aziende,
musei, atleti ed ex atleti e tramite loro, ascoltare le storie e le emozioni
che si nascondono dietro a ogni oggetto o indumento.
Cimeli
sportivi che diventano opere d’arte: l’oggetto fotografato viene inserito in
buste di plastica trasparenti, pressurizzato con la tecnica del sottovuoto, così da preservarne
l’integrità ed escludendolo da ogni inquinamento esterno. Ad ogni busta viene applicato un cartellino scritto a mano, che narra con pochi
ma essenziali tratti quasi didascalici la storia a cui l’oggetto è legato,
restituendo così per ciascuno la propria unicità. L’opera viene poi stampata in
scala 1:1 in una logica di corrispondenza con l’oggetto ripreso.
Volutamente seriale WITNESS
1:1 vuole - attraverso
la ricerca - essere un piccolo documento storico/artistico che parli di
emozionanti storie di sport (e non solo), dove l’uomo e il design sono stati
insieme testimoni e protagonisti.
Scrive Marina Guida: “ Un
progetto artistico, uno studio di ricerca, una mostra, la costruzione di una
Wunderkammern avente come unico tema lo sport, ma capace di schiudere lo
sguardo e la mente a tutta una serie di cardini attorno a cui ruota il lavoro
di Marco Craig. Un progetto che potrebbe definirsi enciclopedico, per la sua complessità
attivata dal bisogno di “fermare la memoria”; un evento espositivo che, nella
sua tappa di Napoli, non può prescindere da una riflessone sulla città antica -
quella dei giochi Isolimpici istituiti nella città partenopea all’incirca nel II d.C. grazie alla volontà dell’Imperatore Augusto,
a partire proprio dalla costruzione del Tempio ad essi destinato, così come ci permette di
scoprire che l’anfiteatro di epoca romana della città di Capua è stato modello
per il più celebre Colosseo romano. E se facciamo un salto temporale in avanti
non possiamo non parlare di Diego Armando Maradona, così celebre, anche grazie
a Napoli, e così importante per Napoli stessa, tanto da essere diventato
simbolo dell’indole sportiva della città, quasi una divinità laica.”
E
dunque la mostra costituisce un‘occasione per accendere la curiosità, di chi
osserva, attorno a quella che è la genesi di un processo tanto sportivo quanto
necessariamente culturale.
Una racchetta
da tennis, una tuta da sci, una bicicletta, ed infiniti altri oggetti del culto
sportivo, degli ex voto contemporanei, messi sottovuoto, schedati, così come si
fa con le opere d’arte, vengono immortalati dallo scatto di Craig che li riconsegna
ad una storia a cui peraltro già appartengono, ma lo fa con il filtro dell’arte
perché possano acquisire una delicatezza e un’ulteriore bellezza che solo essa
può conferire.
Così come solo l’arte può conferire molteplici significati e altrettante chiavi
di lettura ad opere che possiedono già, intrinsecamente, la capacità di
attrarre un variegato campionario di pubblico: appassionati di storia
dell’arte, dello sport, della ricerca, tutti sono chiamati, nello stesso tempo
e nello stesso luogo, a focalizzare l’attenzione sull’oggetto, sul testimone di
un’azione e di un momento storico, che travalica ogni definizione, qualsivoglia
classificazione. Un racconto, quindi, che non si realizza per settori, ma che apre
necessariamente a variegati punti di vista: ed è così che l’oggetto - o
l’indumento fotografato - ci dice di chi lo ha usato o indossato, in quale
competizione sportiva, in quale epoca storica, ed in quale luogo del mondo,
conducendoci anche a riflettere sull’assetto politico di quel dato momento.
Tutto si intreccia, insiemi e sottoinsiemi che aprono, a loro volta, ad aspetti
che solo in soggettività si colgono e che pertanto si caricano di ulteriori
significati attraverso innumerevoli letture.
- La mostra è stata prorogata fino al 27 agosto 2022