Come ogni anno, la Commissione Europea ha pubblicato il report sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che evidenzia ciò che gli Stati membri dell’UE fanno per sostenere, diffondere e proteggere gli elementi salienti della Carta: libertà, uguaglianza, democrazia, parità, giustizia, cittadinanza e gli sforzi necessari per garantire migliori risultati per i prossimi anni.
Il rapporto sottolinea l’importante ruolo svolto nel corso del 2022 non solo dagli Stati membri - molti dei quali hanno migliorato il sostegno con piani d'azione nazionali, anche per compensare l'impatto della pandemia di COVID-19 e grazie al sostegno delle istituzioni come l’iniziativa “European Media Freedom Act”- ma soprattutto elogia la cooperazione e il ruolo impattante delle organizzazioni della società civile e dei difensori dei diritti nella preparazione della legislazione, grazie a canali permanenti per il dialogo, come piattaforme e reti dedicate.
Proprio le organizzazioni della società civile, durante quest'anno particolare, segnato dall’attacco ingiustificato della Russia all’Ucraina, sono stati determinanti nel contrastare la disinformazione sul tema, mobilitare il sostegno per le persone in fuga e documentare le atrocità, oltre a trasmettere informazioni vitali sui bisogni di gruppi specifici come donne, bambini, persone con disabilità, persone LGBTIQ e rom.
Nonostante i notevoli passi avanti, il report marca la necessità di fare ancora di più e, purtroppo, la mancanza di fondi si riconferma una sfida importante soprattutto per affrontare temi più ostici come lo Stato di diritto e la democrazia. A tal proposito, il bilancio dell'UE per il periodo 2021-2027 ha messo a disposizione 1,55 miliardi di euro per progetti che tutelano e sostengono i diritti fondamentali: la somma più elevata mai prevista prima, a dimostrazione di quanto il tema sia di fondamentale importanza.
La Commissione ha incoraggiato le altre istituzioni dell'UE (in particolare il Parlamento europeo e il Consiglio a tenere una discussione dedicata sui risultati della relazione), gli Stati membri e le parti interessate a utilizzare la relazione per discuterne i risultati e sviluppare un ampio dialogo sullo spazio civico nell'UE.
Per sostenere questo dibattito, la Commissione avvierà un dialogo mirato con le parti interessate attraverso una serie di seminari, i quali potrebbero esaminare temi come la protezione dello spazio civico digitale, come indirizzare meglio i finanziamenti dell'UE e nazionali per sostenere le organizzazioni della società civile e i difensori dei diritti e i modi per potenziare lo spazio civico per rafforzare la nostra resilienza democratica. L'esito di questo dibattito sarà presentato e discusso in una tavola rotonda europea ad alto livello nel 2023, punto di partenza per l’azione in materia di diritti fondamentali dell’anno che verrà.
(a cura della tirocinante Mara Tufalo)
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