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Riunita la cabina di regia per i lavori al Real Albergo dei poveri
Nell'occasione, presentato anche il “Progetto di valorizzazione e rigenerazione urbana del Real Albergo dei Poveri e dell’ambito urbano di Piazza Carlo III”
Si è riunita questa mattina a Palazzo Fuga la cabina di regia per i lavori all’Albergo dei Poveri ed è stata l’occasione per la presentazione del “Progetto di valorizzazione e rigenerazione urbana del Real Albergo dei Poveri e dell’ambito urbano di Piazza Carlo III”.
“Quello che interesserà il Real Albergo dei Poveri –ha dichiarato il Sindaco Manfredi- è un progetto di grande qualità che partirà in queste settimane. È prevista la realizzazione di grandi spazi per musei, biblioteche pubbliche, alta formazione e industria creativa. È un'opportunità veramente significativa e ci auguriamo nel 2026 di completare i lavori e di consegnare alla città una struttura straordinaria che aspetta questo restauro definitivo da decenni”.
“Non ho problema a definirmi emozionato –ha dichiarato il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano- nel vedere che finalmente iniziano i lavori per il grande progetto dell'Albergo dei Poveri. La cultura ha bisogno di infrastrutture e noi, oggi, creiamo una grande infrastruttura culturale a Napoli che serva a tutto il Mezzogiorno e a tutta l'Italia. Ci sarà qui il raddoppio del Museo Archeologico Nazionale dove verranno esportate le tante collezioni che oggi non trovano spazio nella sede del Mann. Ci sarà una grande biblioteca aperta anche ai giovani con spazi multimediali, moderna ed efficente. L'Università Federico II allocherà in questo edificio alcune scuole di alta specializzazione e poi ci sarà uno studentato. Questo edificio, quindi, sarà una grande infrastruttura culturale al servizio dei cittadini e verrà riqualificata una zona bellissima di Napoli, una zona di grandi tradizioni, di forte identità per la città. Ringrazio il sindaco per come abbiamo lavorato in questi mesi, con determinazione per realizzare un progetto che è veramente importante per la città di Napoli”.
Il Decreto legge n. 59 del 6 maggio 2021, convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 101 del 1 luglio 2021, recante “Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano Nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti” ha individuato il Real Albergo dei Poveri come uno degli interventi significativi per la valorizzazione della città, stanziando i fondi per una parziale riqualificazione (due delle tre corti esistenti) attraverso un programma estremamente complesso.
L’edificio a partire dal 2026 dovrà infatti ospitare gli archivi e le sale di lettura della Biblioteca nazionale, gli uffici e gli spazi espositivi e congressuali del Comune di Napoli, attività commerciali e per la ristorazione, parte della collezione del Museo Archeologico di Napoli (MANN), spazi polifunzionali per la collettività, aule e uffici amministrativi per l’Università, oltre a una foresteria con 180 posti letto per gli studenti.
Tale ambizione interpreta efficacemente le premesse compositive di Ferdinando Fuga, che immaginò nella complessità spaziale e funzionale la chiave configurativa del proprio progetto; dall’altra parte però le mutate leggi, consapevolezze e istanze contemporanee reclamano una soluzione formale per mettere a sistema la multifunzionalità.
Il progetto dello studio ABDR accoglie la proposta contenuta nel Piano di fattibilità tecnica ed economica alla base dell’intervento legato al PNRR (a firma del comune di Napoli) che prevedeva l’introduzione di una strategia complessiva di sostenibilità per la rifunzionalizzazione dello spazio, attraverso dispositivi noti come “box in the box” quali contenitori di funzioni all’interno dell’involucro storico dell’edificio borbonico.
Il progetto esecutivo reinterpreta l’installazione di questi elementi modulari indipendenti, che da un lato sono in grado di adattarsi al programma complesso semplificando la presenza di impianti e funzioni accessorie restituendo in ogni caso riconoscibilità e uniformità al nuovo intervento; dall’altro garantiscono la coesistenza del progetto contemporaneo con i vincoli diretti della Soprintendenza che limitano le trasformazioni dell’edificio originale.