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Estate a Napoli 2007

logo dell'evento. è riconoscibile il testo napulèstate

dal 9 al 12 agosto

il grande musical napoletano
FESTA DI PIEDIGROTTA
Versi prosa e musica di Raffaele Viviani

Musiche di Raffele Viviani
Elaborate da
EUGENIO BENNATO

Sculture e spazio scenico
LELLO ESPOSITO
RAFFAELE DI FLORIO

Coreografie
ETTORE SQUILLACE

Regia di
NELLO MASCIA

Informazioni : - 081 5519733 - produzione@festadipiedigrotta.it - pro.spet@libero.it  

www.festadipiedigrotta.it
www.festadipiedigrotta.eu

 
 

FESTA DI PIEDIGROTTA
La festa non c'è.
Con quest'opera Viviani non dà notizie documentali sulla Festa di Piedigrotta.
Festa di Piedigrotta di Viviani è piuttosto una metafora.
Viviani usa il momento della più antica manifestazione della liberazione popolare, per raccontare la condizione di un popolo, appena uscito da una guerra devastante.
Siamo nel 1919.
E' un popolo ferito e disorientato. Monco e famelico. Crudele e disperato.
Con una feroce urgenza di vivere.
E' una folla che va alla Festa alla ricerca di un utopico altrove.
E' un popolo che va alla Festa.
Ma che alla Festa non partecipa mai.
Tutte le feste popolari rimandano inevitabilmente ai riti dionisiaci.
"A Piedigrotta gli uomini scompaiono per diventare cose"
La linea di confine fra ragione e follia.
E se è vero che i temi di Viviani sono costantemente quelli dei tragici greci, non avventuroso il parallelo Festa di Piedigrotta e Baccanti di Euripide. E non è incauta la ricerca di una matrice comune o almeno di motivi di similitudine fra la tragedia di Euripide e l'opera vivianea.
Leggo Viviani con tutta la consapevolezza di uomo del tempo mio.
E allora per me Festa di Piedigrotta non può essere altro che un viaggio nella memoria.
Ma anche un'occasione per raccontare il mio, il nostro contemporaneo.
Ma più si va avanti nel viaggio di approfondimento, e più ci si accorge di nuove suggestioni.
Le dissonanze.
Le classi sociali che si intersecano e si contrappongono.
Le diverse culture che si scontrano.
Le difficoltà di accogliere culture lontane e quindi diverse.
Il conflitto stridente fra cultura popolare e cultura piccolo-borghese.
E forse è questo un altro tema centrale.
L'impossibilità del mondo borghese di perdere la ragione.
"Sta int''e ccatene sta libertà"
Dice il cantante nello struggente finale della sua canzone. E poi scompare.
La contrapposizione reiterata fra musica popolare e musica borghese.
E la supremazia sottolineata col finale di Spalluchiello che irrompe in scena accompagnato dalla festosa Musica giapponese, espressione più genuina della creatività popolare.
La Musica giapponese. Termine onomatopeico e un po' ironico che Viviani attribuiva alla musica nata spontaneamente dalla percussione di oggetti casuali: caccavelle, bicchieri, scatole.
E solo allora la gente si abbandonerà al sabba liberatorio.
Al ritorno al Dio-Natura. Alla Grande Madre.
Mentre di lontano irrompe il frastuono di un meeting rave.
La festa non c'è.
La festa non la possiamo raccontare.
La festa è altrove.

NELLO MASCIA

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