(25/11/2024) In occasione della ricorrenza del 25 novembre, “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, la Commissione Europea condanna nuovamente ogni forma di violenza contro le donne come violazione di diritti umani e dei principi stessi dell’Unione Europea. Sulla base della Convenzione di Istanbul, firmata nel 2011, l’UE si pone degli obiettivi ambiziosi che prevedono la prevenzione, la protezione, la punizione e persecuzione di reati di violenza di genere ed infine la definizione di politiche integrate e coordinate tra gli stati membri per contrastare gli abusi di genere. L’Unione Europea stabilisce questa sfida come priorità tra le sue politiche esterne e sottolinea la necessità di intervento soprattutto nelle aree dove si presentano crisi umanitarie e conflitti nei quali le violenze fisiche sono continue e non denunciate. Ad oggi l’Europa è dotata in primis di strumenti legislativi definiti nella “Gender Equality Strategy 2020-2025”. Tra i principali ricordiamo le misure vincolanti per la trasparenza retributiva, proposte dalla Commissione nel marzo del 2021; la direttiva sull'equilibrio di genere nei consigli di amministrazione, che intende migliorare l'equilibrio di genere nelle posizioni decisionali delle imprese nelle principali società quotate dell'UE. Ed infine la campagna per combattere gli stereotipi di genere avviata nel marzo del 2023. Per garantire sostegno alle vittime di violenze di genere, la Commissione ha anche elaborato una Strategia sui diritti delle vittime (2020-2025), il cui obiettivo è fare sì che nell'UE tutte le vittime possano godere pienamente dei diritti loro riconosciuti dal diritto dell'UE. La violenza, dunque, riguarda la vita delle donne in modo quasi totalizzante. Dal contesto familiare e matrimoniale, a quello professionale e lavorativo nel quale ritroviamo non solo abusi fisici e psicologici ma anche il grave problema del divario retributivo. L’UE parla di un approccio intersettoriale mirato al raggiungimento delle pari opportunità e dell’emancipazione femminile. Inoltre, la coscienza collettiva in Europa sembra sempre di più allinearsi all’impegno e alla volontà delle istituzioni: le percentuali di persone che si mostrano profondamente contrarie a comportamenti e contesti pericolosi per le donne sono in aumento secondo l’Eurobarometro sugli Stereotipi di Genere e sulla Violenza contro le Donne. L’Unione Europea sostiene questa lotta anche tramite ingenti finanziamenti a favore di progetti come il progetto DAPHNE, inserito nel programma CERV (“Cittadini, uguaglianza, diritti e valori”) che combatte la violenza, tra cui quella di genere. L’Europa è uno dei tanti attori sul piano globale che si impegnano a combattere la violenza di genere e le conseguenze sociali che ne derivano. Ogni anno la Commissione europea e il Servizio europeo per l'azione esterna partecipano alla campagna Orange the World dell’ente delle Nazioni Unite per l'uguaglianza di genere e l'empowerment delle donne. A livello internazionale l’UE si impegna verso un progresso concreto a favore dell’uguaglianza e della sicurezza delle donne attraverso il Piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia (2020-2024) e il Piano d'azione dell'UE sulla parità di genere e l'emancipazione femminile nell'azione esterna per il periodo 2021-2025 (GAP III), prorogato fino al 2027. L’obiettivo è contribuire a far sì che le donne, le ragazze e i giovani possano esercitare pienamente i loro diritti ed aumentarne la partecipazione alla vita politica, economica, sociale e culturale affrontando le cause strutturali alla base delle discriminazioni.
(a cura della tirocinante Beatrice D'Esposito)