(17/12/24) La Relazione sui diritti fondamentali 2024 della FRA, l’Agenzia europea per i diritti fondamentali, tratta l’evoluzione delle aree tematiche, nel contesto europeo, che attualmente destano maggiore preoccupazione. Nonostante il 2023 sia stato un anno pieno di minacce e violazioni dei diritti e libertà fondamentali a causa dell’aumento del razzismo, dell’intolleranza e della disinformazione online, il report si focalizza su quattro questioni chiave.
Prima tra queste riguarda gli effetti della crisi del costo della vita e l’aumento della povertà nell’UE, considerati in primis conseguenze economiche della pandemia da Covid-19 e dell’aumento dei prezzi dell’energia a causa della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina. Nel 2022 il 21,6 % della popolazione era a rischio di povertà ed esclusione sociale eppure, le strategie messe in atto dagli stati membri sono state spesso temporanee e non sempre hanno raggiunto i soggetti più vulnerabili. La crisi, infatti, colpisce soprattutto le categorie più deboli e marginalizzate (come bambini, donne, giovani, minoranze etniche e razziali, anziani, persone appartenenti alla comunità LGBTIQ, Rom e persone con disabilità). Secondo i pareri della FRA le misure politiche e giuridiche adottate dovrebbero essere basate su dati oggettivi, utilizzando valutazioni dei diritti fondamentali ex ante in modo da tutelare il target vulnerabile. Inoltre, essendo la lotta alla povertà energetica una priorità per la politica ambientale comunitaria, gli Stati membri dovrebbero rafforzare le loro risposte all’inflazione elevata e all’impennata dei costi energetici attraverso una serie di buone pratiche proiettate alla realizzazione degli obiettivi del Green Deal europeo e della promessa centrale e trasformativa dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Seconda questione trattata riguarda le minacce alla democrazia e allo spazio civico. Sia gli attacchi di terzi che l’eccessiva ingerenza di Stato continuano a minacciare le libertà di associazione, di riunione pacifica e di espressione attraverso azioni legali strategiche e restrizioni imposte. Come sottolineato nella Relazione, facilitare la partecipazione agli affari pubblici è un requisito in materia di diritti umani, sancito dall’articolo 25 del Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e tale processo può contribuire in modo sostanziale all’elaborazione delle leggi. Secondo la FRA, gli Stati membri dovrebbero: rivedere la propria legislazione per garantire che le norme sulla partecipazione pubblica siano chiare e sufficientemente ampie, consentire alle OSC (organizzazioni della società civile) con competenze in materia di diritti fondamentali e ai difensori dei diritti umani di presentare le rispettive opinioni, ed infine applicare tali norme in modo coerente e trasparente integrando prospettive di inclusione. È stata anche proposta l’istituzione di un osservatorio che monitori la condizione dei difensori dei diritti umani nell’UE, le restrizioni imposte nonché gli attacchi, incoraggiando la denuncia di qualsiasi atto ostile nei confronti delle OSC.
Terza area tematica tratta le preoccupazioni in ambito di migrazione e violazioni dei diritti fondamentali alle frontiere UE. Nel 2023 oltre 4 000 persone sono morte o sono scomparse tentando di raggiungere l’Europa via mare e gli Stati membri stanno incrementando la costruzione di barriere fisiche e procedendo verso una crescente militarizzazione delle frontiere. In primis la FRA invita gli stati a rivedere e adeguare i propri protocolli di ricerca e soccorso sulla base delle migliori prassi volte alla salvaguardia delle vite umane in mare. L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) dovrebbe, dunque, garantire la presenza di un contingente adeguato di mezzi navali opportunamente attrezzati nelle aree marittime ad alto rischio. La FRA, inoltre, accusa gli stati di mancanza di accesso alla giustizia (diritto garantito all’articolo 2 del trattato sull’UE) e per questo spinge verso l’istituzione e rafforzamento di meccanismi di indagine immediata e rigida per contrastare trasgressioni dei diritti fondamentali. È necessario che le strutture utilizzate per ospitare i nuovi arrivati alle frontiere esterne offrano condizioni dignitose e sicure e che non avvengano detenzioni forzate. La FRA ricorda anche che nel 2023 la Convenzione di Istanbul, per prevenire e combattere la violenza contro le donne e la violenza domestica, è diventata vincolante per l’UE stessa e non solo per gli Stati membri che l’hanno ratificata; e che l’UE ha concordato un patto sulla migrazione e l’asilo, mediante il quale le procedure di asilo e di rimpatrio dovrebbero diventare più rapide e svolgersi vicino alla frontiera. Nel 2022 la FRA ha pubblicato una guida su come istituire tali meccanismi.
Ultima questione: l’attuazione e uso della Carta dei diritti fondamentali nell’UE a livello nazionale. Nel 2025 è prevista la revisione intermedia per rafforzare l’applicazione della Carta che, ad oggi, si scontra con il persistere di criticità inerenti all’accesso al sistema giudiziario, soprattutto per gli individui in condizioni di vulnerabilità. L’opinione dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali si rivolge a più attori:
- Le istituzioni europee dovrebbero sviluppare e aggiornare ulteriormente gli strumenti per garantire che la legislazione e l’elaborazione delle politiche dell’UE siano pienamente conformi alla Carta.
- Gli stati membri, molti dei quali hanno nominato un punto focale della Carta che possa assisterli nel processo di attuazione della strategia a livello nazionale, dovrebbero rafforzare la capacità dei rispettivi punti focali con risorse umane e finanziarie adeguate, e garantire il rispetto dei principi della Carta e anche della CEDU.
- Infine, gli stati devono garantire alle categorie vulnerabili l’accesso ai ricorsi giudiziari e alle informazioni sui loro diritti procedurali, facendo riferimento all’articolo 47 della Carta (diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale).
Grazie a finanziamenti dedicati dell’UE, in particolare tramite il Programma Cittadini, uguaglianza, diritti e valori (CERV), sono aumentati gli sforzi per ampliare le conoscenze e le competenze relative alla Carta, ma finora, le attività di formazione non sembrano includere adeguatamente le autorità regionali e locali. Infatti, ulteriori difficoltà sono state rilevate dalla relazione della FRA del 2023 EU Funds – Ensuring compliance with fundamental rights (Fondi dell’UE: garantire il rispetto dei diritti fondamentali), relative alla partecipazione degli organismi per i diritti fondamentali e della società civile al processo di monitoraggio, che sembrano mancare di capacità, risorse e competenze riguardanti la Carta.
(articolo a cura della tirocinante Beatrice D'Esposito)