Questa sezione inizia con la leggenda della bella sirena Parthenope che sbarcò sulle coste di una terra dal clima mite ed ubertoso.
La sua leggenda s'intreccia con la fondazione di Napoli, con il mito del dio Mitra, i misteri isiaci, il culto di Priapo e la fantastica storia di Colapesce, sino ad arrivare alle "statue parlanti", "simboli" della città.
L'origine della città di Napoli, maritima urbs, come la definì Tito Livio, è collegata al celebre mito della Sirena Parthenope. La storia di Napoli ha inizio sull'isolotto di Megaride dove sarebbe sorto, secondo la tradizione, il primo nucleo cittadino chiamato Parthenope. Tale nucleo era ubicato, secondo fonti antiche, nei pressi di un sepolcro della giovane sirena, che aveva abitato i mari della penisola sorrentina...
A Napoli ci sono cospicue testimonianze di culti orientali di antica tradizione: tra questi, quello dedicato al dio Mithra, attestato nella zona di Via Duomo, dove è stato rinvenuto un antico complesso termale di epoca romano-imperiale. L'antico complesso occupa un'area corrispondente ad un'insula delimitata a nord e a sud dal decumano centrale e da quello meridionale (corrispondenti a via Tribunali e a via San Biagio dei Librai)...
I misteri legati alla dea Iside restano i più importanti e segreti di Neapolis. La dea era identificata con la luna, quindi solo conoscendo la forza trascinante dei riti lunari praticati per lungo tempo dalla comunità di alessandrini presente a Napoli in epoca romana - rituali notturni legati al nascere e al tramontare della luna - si può capire il grande amore dei napoletani per la luna e la notte...
Il corno è il simbolo per eccellenza della scaramanzia napoletana. Spesso viene sostituito alle porte o ai balconi da cascate di peperoncini rossi, che con i loro semi piccanti hanno la funzione simbolica di allontanare le malelingue. Oggi si è perduto il senso della sua funzione: lo si accarezza senza sapere il perché. Il corno, infatti, non è altro che la stilizzazione del fallo del dio grecoromano Priapo, custode dei campi, protettore del malocchio e dio della prosperità della casa e della pesca...
La leggenda di Niccolò Pesce, detto Colapesce per le straordinarie capacità natatorie, sorge in età medievale. Si narra che questo giovane fosse dotato di dita palmate, branchie e pelle squamosa; mezzo uomo e mezzo pesce, era in grado di vivere nel fondo del mare. La leggenda narra che per percorrere grandi distanze Niccolò Pesce si faceva ingoiare da un enorme pesce e, quando aveva raggiunto la sua meta, ne tagliava il ventre per uscire...
Sebeto: un nome mitico che evoca la storia dei primi insediamenti partenopei. L'antico nome, Sepeithos, lo si trova su alcune monete coniate tra il V e il IV secolo avanti Cristo. Doveva essere un discreto fiume se le popolazioni del tempo, imitando tradizioni e tecniche di altri popoli, avevano ritenuto opportuno eleggerlo a divinità fluviale locale ritraendolo nelle sembianze di un giovane accomunato alla figura di Parthenope...
Le antichità napoletane hanno goduto nel passato di una forte vitalità nell'immaginario popolare e collettivo. Ormai nessuno più ricorda i detti e le leggende sorte intorno alle "statue parlanti" come 'O Cuorpo 'e Napule, Donna Marianna, il Gigante di Palazzo e la Testa Carafa.
La storia partenopea è riccamente intessuta di vicende più o meno significative collegate alla presenza di forti comunità straniere, stabilitesi a Napoli per motivi economico-commerciali. Nel quartiere che si sviluppa presso l'estremità occidentale della plateia inferiore di Neapolis, l'attuale piazzetta Nilo, si stabilì, fin dalla prima età imperiale, una comunità di mercanti e marinai provenienti da Alessandria d'Egitto...
In Palazzo San Giacomo, sul pianerottolo dello scalone centrale, è esposta una testa di donna in marmo, replica di una scultura antica di epoca classica, ritrovata nel Seicento nella zona di Piazza Mercato. Si tratta di uno dei monumenti più suggestivi e misteriosi della città di Napoli. Secondo un'antica tradizione riportata da Carlo Celano nel suo volume Notizie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli e da Giovanni Antonio Summonte nella sua Historia della città e Regno di Napoli, che vissero all'epoca del ritrovamento, l'antica testa femminile raffigurava la Sirena Parthenope...
La celebre statua del "Gigante di Palazzo", collocata nel giardino del Museo Archeologico Nazionale, è un imponente busto marmoreo, un tempo posto sullo scalone di ingresso del Museo, al di sopra di una base con una targa incisa: Busto di Giove da Cuma. Il gigantesco acrolito fu rinvenuto nel Seicento a Cuma - nell'area della cosiddetta Masseria del Gigante - durante gli scavi del Capitolium. Portato a Napoli nel 1668 per volere del viceré spagnolo don Pedro Antonio d'Aragona, si decise di utilizzarlo come testimone monumentale della città...
Nel Seicento prese corpo nell'immaginario popolare la leggenda che la celebre testa Carafa appartenesse alla statua equestre in bronzo realizzata in epoca medievale da Virgilio Mago. Secondo la credenza popolare, la scultura aveva la capacità di guarire i cavalli malati; in realtà, la testa Carafa non faceva parte di questo mitico gruppo equestre che, divenuto fonte di superstizione per il popolo, fu distrutto nel 1322...