Con il nome di Quattro giornate di Napoli (27-30 settembre 1943) si indica l'insurrezione avvenuta nel corso della Seconda guerra mondiale, tramite il quale le masse popolari riuscirono a liberare la città di Napoli dall'occupazione delle forze armate tedesche. In quei giorni Napoli insorgeva, mobilitandosi in diversi quartieri e con intensità e partecipazione sociale e politica diversificate, in un impetuoso slancio mirato ad imporre l'uscita accelerata dei tedeschi da Napoli e quindi ad agevolare l'ingresso delle truppe alleate.
L'avvenimento, che valse alla città di Napoli il conferimento della Medaglia d'Oro al Valor Militare, consentì alle forze alleate anglo-americane di trovare al loro arrivo, il 1 ottobre 1943, una città già evacuata dall'occupante nazista, da cui era praticamente riuscita a liberarsi grazie all'eroismo e al coraggio dei suoi abitanti, ormai esasperati ed allo stremo per i lunghi anni di guerra.
Il 29 settembre il colonnello Scholl, al comando delle forze armate naziste in città, ottenne di aver libero il passaggio per uscire da Napoli, in cambio del rilascio degli ostaggi tedeschi. Per la prima volta in Europa i nazisti trattavano una resa di fronte a degli insorti.
Il bilancio dei tremendi scontri delle Quattro giornate di Napoli non è concorde nelle cifre; secondo alcuni autori, nelle settantasei ore di combattimenti, morirono 170 partigiani e 150 inermi cittadini; secondo la Commissione ministeriale per il riconoscimento partigiano le vittime furono 155 ma dai registri del Cimitero di Poggioreale risulterebbero 562 morti.
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Il Portale del Sud