Vestiti con colorate livree, nei tempi passati erano figure pronte e discrete che svolgevano il loro ruolo nelle residenze di personaggi ricchi e potenti. Trascorsa l'epoca delle crinoline e delle parrucche, passato il ciclone napoleonico e archiviata la successiva Restaurazione, la qualifica di valletto subì, per così dire, una riconversione professionale: passò ad individuare gli uscieri, gli "impiegati d'ordine" delle amministrazioni civiche che, in occasione di ricorrenze e in "abito da cerimonia", costituivano la scorta d'onore al gonfalone municipale o svolgevano mansioni ausiliarie durante manifestazioni ufficiali o eventi di rilievo patrocinati dal Municipio.
Presso il Comune di Napoli, l'incarico di valletto fu svolto fino alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso con l'affidamento delle delicate mansioni di rappresentanza e supporto ad uscieri che operavano presso l'Ufficio di Gabinetto o la Segreteria Generale (foto in basso a sinistra).
Oltre a comporre la scorta d'onore al gonfalone municipale (incarico oggi svolto da agenti della Polizia Municipale), ai valletti spettava formare uguale seguito d'onore alla "drappella delle Medaglie d'oro", insegna che in alcune cerimonie seguiva lo stendardo della Città. La drappella, ancora oggi custodita in Palazzo San Giacomo, è decorata dei massimi riconoscimenti al valor militare conferiti dallo Stato ai cittadini napoletani protagonisti di atti eroici compiuti durante gli eventi bellici che hanno segnato il secolo scorso (foto in basso a destra).
La foggia si ispirava ai modelli delle alte uniformi militari in uso verso la metà dell'Ottocento e richiamava in alcuni particolari i colori dello stemma cittadino: l'oro e il rosso.
La tunica, in panno nero e priva di spalline, era ad un petto con bottoni dorati caricati dello scudo araldico della Città. Il colletto, in panno rosso, presentava un ricamo in oro, colore utilizzato anche per gli altri due ricami posti a guarnire i paramani.
I calzoni, in stoffa e colore uguali alla tunica, presentavano una banda rossa sui lati. Le scarpe erano in pelle nera lucida.
Copricapo a feluca in castorino nero con orlo in piumeggio scuro; sul lato coccarda dei colori araldici della Città fermata da gallone dorato.
Guanti bianchi. Cintura di pelle nera lucida munita di fibbia dorata, caricata dello stemma cittadino, e di due pendagli ai quali era agganciato lo spadino. L'arma da cerimonia riproponeva il modello previsto per le uniformi di gala degli alti funzionari: elsa, guardamano ad un solo archetto di unione e valva realizzati in metallo dorato, lama a sezione esagonale, fodero in cuoio nero con cappa, puntale e ghiere in metallo dorato.
Bernardo Leonardi
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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