Sabato 30 maggio, ore 12,25 partirà da via Caracciolo la 20ma tappa Napoli-Anagni
Il Giro d'Italia compie 100 anni. La più importante gara ciclistica del Paese festeggia il centenario partendo da Venezia il 9 maggio. La penultima tappa del Giro, il 30 maggio, partirà da Napoli per concludersi ad Anagni, per un percorso di 203 km.
Napoli e il Giro d'Italia
Napoli ha ospitato il Giro, compresa l'edizione di quest'anno, per 43 volte, come sede di arrivo o di partenza: terza, in una gerarchia nazionale, solo a Milano ed a Roma. Ed in una occasione (1963) ha salutato l'inizio ufficiale della 'corsa rosa', ed in una altra invece (1968), la sua conclusione. E cominciava, come il Giro d' Italia, giusto 100 anni fa, la storia del Giro a Napoli. Primo Giovanni Rossignoli, maglia Bianchi, nella Chieti-Napoli di 242 chilometri: sul podio, Galetti e Canepari. Il ciclismo eroico avrebbe declinato, in un rosario di almanacchi ed avventure, fino alla Grande Guerra ed al suo black-out, Albini, Gaetano Belloni, l'eterno secondo che a Napoli fu invece per quattro volte primo, Aymo, Costante Girardengo, due successi all'attivo, Zanaga e Piemontesi, Binda, Raffaele Di Paco, un Mario Cipollini anteguerra ed ante-litteram, tre trionfi per lui, Olmo, Servadei, un oscuro tedesco, il primo straniero a vincere qui, un tedesco di nome Gerard Loncke.
La locomotiva umana
Avrebbe eletto a suo prediletto unanime di passione, in particolare, quel Learco Guerra, da Mantova, la 'locomotiva umana', come recitava l' immaginario aulico dell'epoca, il generoso passista che con il territorio napoletano aveva intessuto un singolare rapporto di amore corrisposto, conquistando già da indipendente (1930) la Coppa Caivano ed una prima frazione del Giro della Campania, disputato allora come gara a tappe. Guerra, che fu tra l'altro il primo atleta che in un Giro d'Italia (il 10 maggio 1931) abbia indossato il simbolo emblematico della maglia rosa, vinse a Napoli nel '32, nel '34 e nel '37: ultimo suo successo parziale, su Bergamaschi e Mealli, al Giro.
Il dopoguerra
Mario Ricci, primo nel '46, nel il Giro della rinascita, avrebbe inaugurato i giorni del passato prossimo del ciclismo. Con i successi di Coppi (1947), Logli, Biagioni, Brasola, Casola, ... Prima degli sprint imperiosi di Van Steenbergen, nel '52 e nel '54, e delle imprese interlocutorie di Ettore Milano, Zuconelli e Vito Favero. Miguel Poblet (1959), il fantasioso spagnolo dalla testa pelata, e Rino Bruni (1960), due velocisti con la maglia Ignis del cavalier Borghi, avrebbero introdotto ai nostri giorni ed alle nostre volate. Parliamo di Marino Basso (1966 e '69) e di Willy Planckaert, il primo della dinastia Planckaert, all' Arenaccia (1967).
La tappa del 1968
L'ultima tappa del Giro '68, fu l'unica edizione che si sia conclusa a Napoli. Primo di giornata, con gli ombrelli a coprire gli applausi, Guido Reybroeck. Ma trionfatore, assoluto, e per sempre, Eddy Merckx, vincitore sotto la pioggia in una Napoli consegnata a sua insaputa a platea di una storia ciclistica maggiore, del suo primo Giro d'Italia. A Napoli, poi in una Caserta-Napoli a cronometro, in una Piazza Plebiscito invasa di bici, avrebbe poi vinto Francesco Moser, in maglia rosa, sbrindellando i ciottoli della Doganella, come corresse ancora una 'Roubaix', nel 1979. Fino all' ultimo hurrah, narratori di un ciclismo diverso, ma pur sempre identico a quello dalla fantasia, se disputato a via Caracciolo, contro il sole di Posillipo, con il successo di Mario Cipollini, su Guidi e Lombardi, nel '96. E mille nostalgie riaccese.
gpp