E' sempre stata lì. Spesso ci assale. La Paura.
In alcuni periodi storici ed economici del pianeta o in alcuni momenti della propria storia personale: dilaga, si espande, si diffonde, divampa.
E la paura mangia l'anima. A volte ci oscura, ci incattivisce. A volte siamo aggressivi perché spaventati, a volte siamo bloccati perché spaventati. Qualcuno ha detto "Chi ha paura muore ogni giorno" e questo è un rischio che chiunque ha sperimentato convivendo con le proprie paure personali, sociali, affettive. La paura mangia l'anima degli individui e anche quella della società, della comunità. La paura mangia l'anima della gentilezza, la paura mangia l'anima della speranza.
Ma la paura è anche una grande maestra: può indicarci i limiti, può aiutarci ad evitare i pericoli. Ci invita ad organizzare le necessarie difese di noi stessi e a preservarci.
Forse è utile non rimuoverla, la paura, ma guardarla, analizzarla, riconoscerla. Per cercare - ognuno a suo modo - di non alimentare il "fuoco divoratore".
Forse è utile parlarne, condividere i timori.
Forse è utile "intervistare" le proprie paure personali e sociali. Di cosa ho paura? Perché ho paura? Da dove viene la paura? Esistono antidoti alla paura?
E' inevitabile che il flusso della vita, i cambiamenti, i conflitti, le perdite, i dolori, le sfide emotive e quelle sociali, le sconfitte (e anche le vittorie) portino con sé la paura. E la paura è un moltiplicatore di paure.
Francesca Mauro e Luciano Stella
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del 17 maggio 2001- Redazione in Napoli
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